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Cristianesimo e Mondialità

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Verso nuove inculturazioni?

Davvero un bel libro quello di Andrea Toniolo, presbitero della Chiesa patavina e preside della Facoltà Teologica del Triveneto di Padova, frutto di un semestre – nel 2018 – di ricerca e studio in India e Thailandia. Questo per dire che la teologia si fa non solo con la testa, in maniera deduttiva, ma anche “con i piedi per terra”, come scriveva con una formula suggestiva il teologo brasiliano Clódovis Boff, “pé no chão”, cioè a partire dal contesto in cui si vive. Di modo che la cultura non è indifferente alla teologia. Ne sono prova le “teologie contestuali”, di cui anche questo libro parla indirettamente, incrociando il tema dell’inculturazione del cristianesimo in Oriente.

Si tratta di riflessioni essenziali su uno dei temi fondamentali e più attuali della missione della Chiesa, l’inculturazione del Vangelo, indicato soprattutto da due “segni dei tempi”: una nuova coscienza della mondialità e un nuovo rapporto tra le antiche Chiese europee e le giovani Chiese extra-europee, che esigono “una ridefinizione delle strutture di Chiesa e non solo delle singole prassi, in grado di manifestare la forma costitutivamente collegiale e sinodale della Chiesa” (p. 175). Di conseguenza, d’accordo con l’autore, il vero crogiuolo della riforma della e nella Chiesa è la sua conversione missionaria, attraverso un atto di fiducia nei confronti delle Chiese locali extra-europee, che stanno declinando la dimensione universale del cristianesimo amalgamandosi con culture diverse, nuove rispetto a quelle occidentali. Ma anche le antiche Chiese europee hanno bisogno di questa conversione missionaria, in un contesto culturale sempre più estraneo al Vangelo, in cui non basta una “nuova evangelizzazione”, ma sono necessarie “nuove inculturazioni”.

L’autore risponde sostanzialmente a tre domande nei sei capitoli del libro: 1) Quali sono le nuove inculturazioni possibili per attestare la portata universale della verità cristiana? 2) Dove si radica l’universalità del Vangelo, dal momento che non esiste un Vangelo astratto, ma sempre mediato culturalmente? 3) Quali sono le vie per realizzare un’effettiva “cattolicità” della Chiesa, ovvero la sua attuazione nei diversi luoghi culturali del mondo, il suo carattere realmente e visibilmente universale?

Il primo capitolo traccia un breve excursus storico sui modelli di inculturazione, optando per il paradigma dell’incarnazione o “innesto” del Vangelo nella cultura locale. Il secondo riflette sul rapporto tra Vangelo e culture, fede e sacro, in Oriente e in Occidente, soffermandosi sulle critiche alla nozione di inculturazione, alla quale oggi vengono preferiti termini come “contestualizzazione”, “indigenizzazione”, “dialogo”, “interculturazione”, da parte di autori come Michael Amaladoss, Raimon Panikkar, Jacques Dupuis, Felix Wilfred. Il terzo sottolinea l’importanza dell’evangelizzazione come processo di inculturazione, che ha bisogno del superamento di una visione “astratta, definitoria e dogmatica, della verità cristiana a favore invece di una visione pratica e drammatica” (p. 77), cosa che implica la fiducia nelle Chiese locali e la continua riforma della Chiesa. Il quarto riflette sul “chi” dei processi di inculturazione, a partire dall’ecclesiologia conciliare e postconciliare che privilegia il primato dei soggetti popolari e della Chiesa locale nell’opera di iscrizione della fede in un contesto, che esige un rinnovato paradigma missionario. Il quinto affronta una componente fondamentale dell’inculturazione, il “che cosa”, riflettendo sulla verità cristiana come verità dia-logica, sulla pluralità de facto o de iure delle vie di salvezza, oltre che sul dialogo interreligioso. Il sesto e ultimo capitolo passa in rassegna le molteplici forme e modalità dell’innesto del Vangelo nella cultura di un popolo: la via simbolica, quella narrativa, quella istituzionale e quella etica.

I due capitoli più impegnativi, ma anche più originali, sono senz’altro il secondo (“Complessità dell’inculturazione”) e il quinto (“Contenuti dell’inculturazione”), dove l’autore si destreggia molto bene come specialista di Teologia fondamentale, in dialogo con nomi del calibro di Panikkar e Dupuis, dei quali cerca di comprendere le posizioni proprio a partire dalle sfide poste dal contesto orientale. Gli altri capitoli mettono in rilievo soprattutto l’attenzione pastorale dell’autore. Oso proporne la lettura a tutti i missionari e a tutte le missionarie che lavorano nelle “periferie” del mondo extra-europeo, anche come strumento utile per ripensare la propria esperienza missionaria.

Ma le riflessioni di Toniolo sono utili anche alla Chiesa che è in Italia.

 

Pubblicato in Missione Oggi 2020/05, p.63

 

ANDREA TONIOLO
CRISTIANESIMO E MONDIALITÀ
VERSO NUOVE INCULTURAZIONI?
Cittadella Editrice, Assisi 2020
pp. 188; € 14,90

Mario Menin sx
03 Novembre 2020
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