Il Sinodo sulla sinodalità coinvolge la Chiesa a tutti i livelli. Le risorse dedicate al sinodo e la durata del suo percorso indicano il desiderio del papa di un cambiamento fondamentale nel nostro essere Chiesa. L'impostazione piramidale, attuata sinora nelle relazioni all’interno della Chiesa, deve adeguarsi alla logica evangelica della comunione. Per questo bisogna evitare la tentazione di accostare superficialmente la riflessione sulla sinodalità dicendo: "Stiamo già vivendo in modo sinodale!" Ciò significherebbe perdere l'occasione di diventare più coerenti con il Vangelo. È invece meglio riconoscere umilmente il nostro bisogno di conversione. Il nostro modello di sinodalità è la comunione del Padre e del Figlio nella Trinità. Non meno di questo.
Sinodalità significa “camminare insieme”, “sun-odos” (un possibile riferimento è l'esperienza dei discepoli di Emmaus che camminano insieme a Gesù, cfr Lc 24,13-33). Non si tratta soltanto di sincronizzare i nostri ritmi (cosa facciamo), ma piuttosto di essere d'accordo, di armonizzare i nostri pensieri e i nostri cuori. La conversione alla sinodalità ha, quindi, molto a che fare con l'obbedienza e il discernimento comunitario.
La conversione alla sinodalità implica due premesse. Innanzitutto bisogna riscoprire che l'obbedienza è riservata a Dio solo e non ad altri leaders, nemmeno ai superiori. Sincronizziamo il nostro camminare insieme, solo se camminiamo al passo di Gesù, nostro Maestro. La sinodalità è, quindi, un nuovo sistema di relazioni in cui tutti, compresi quelli che sono in autorità, si sentono membri dello stesso gregge e seguono l'unico Pastore, l'unico Maestro, Gesù. Siamo tutti discepoli, anche se con ruoli diversi, all’interno del gregge. In secondo luogo, la sinodalità richiede l’adozione del discernimento collettivo della volontà di Dio. Sia coloro che sono in autorità come pure i soggetti sono chiamati a collaborare nell’ascolto della voce dello Spirito e a camminare con docilità nella strada da Lui indicata. Questo discernimento comunitario innalza e porta a compimento il tradizionale discernimento personale perché la voce dello Spirito è percepita meglio nella comunione, nella sinodalità. (… È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi… (Act 15:28 CEI)).
Due movimenti sono necessari:
1) chi è in servizio di autorità deve dare spazio a tutti e ascoltare la voce di coloro che spesso non sono ascoltati. San Benedetto afferma che a volte la volontà di Dio si scopre ascoltando l'opinione del membro più giovane della comunità. Nella stessa linea, papa Francesco vuole che la prima tappa sinodale sia dedicata all'ascolto di tutti i membri della Chiesa. In questa visione, un superiore non è colui che possiede la verità e offre risposte a tutte le domande. Piuttosto, egli deve agevolare la condivisione dei contributi e dei talenti di ciascuno, affinché la voce dello Spirito sia ascoltata nella comunità. Ancora una volta chi detiene l'autorità deve considerarsi parte del gregge: tutti pecore con caratteristiche e ruoli diversi, ma tutti pecore... Naturalmente chi detiene l'autorità ha la funzione di trarre le conclusioni e sintetizzare una decisione finale, soprattutto quando il consenso non è facilmente raggiunto;
2) Allo stesso tempo, i “soggetti” devono assumersi la responsabilità della vita della Chiesa e delle comunità. Essere responsabili è fastidioso perché costringe tutte le pecore a uscire dalla passività e dalla loro comfort zone (essere schiavo può essere invece... comodo: non richiede di pensare, decidere, assumere responsabilità...). Allo stesso tempo, il “soggetto” contribuisce positivamente al processo di discernimento solo se lui, in prima persona, ascolta la voce dello Spirito, esattamente come chi ha autorità. Egli dovrebbe condividere il risultato del suo discernimento davanti a Dio e non tanto le sue opinioni personali o i suoi desideri egoistici. Il contributo personale al discernimento comunitario, quindi, può essere scomodo, spiazzante, esigente, fautore di scelte radicali… se lo Spirito lo richiede (il famoso Caritas Christi Urget Nos…). La sinodalità non è mera democrazia, ma è ascoltare e obbedire, insieme, al Maestro. Infine, il gioco della sinodalità chiama ogni membro della comunità a sostenere con fede umile il risultato del discernimento comunitario. Nessuno conosce con certezza la volontà di Dio, ma crediamo che discernere insieme ci aiuti ad accostarci ad essa.
Alcune considerazioni:
- A chi piace la sinodalità? Al mondo, no di sicuro. Il mondo vuole e promuove l'individualismo. Ma probabilmente la sinodalità non piace neanche a noi. Sinodalità è una bella parola, ma è anche un processo impegnativo che richiede fede e coraggio. Basta osservare quanto sia difficile condividere i nostri progetti, idee, desideri, difficoltà... Preferiamo decidere da soli o, al massimo, comunicare decisioni già prese perché si ha paura di vedere i nostri piani ritoccati dal gioco di comunione. Vogliamo che le nostre voci siano ascoltate, ma diventiamo resistenti quando si tratta di mettere in comunione le nostre idee ed i nostri progetti.
- E’ necessario non interpretare la comunione solo dal punto di vista della propria cultura: l'armonia, la fraternità, la famiglia, l'impostazione delle relazioni che impariamo dalle nostre rispettive culture sono buoni punti di partenza, ma essi devono essere elevati al livello della cultura del vangelo, la cultura di Gesù, della Trinità. Allo stesso tempo, il contributo dei singoli nel discernimento collettivo aggiungerà colori che si accordano con le nostre diverse provenienze culturali e personalità. La “cultura del Vangelo” si “incarna” nell'interazione di persone reali, con le loro particolari caratteristiche culturali e personali, e quindi non è mai standardizzata su un modello ideale. Inoltre, il nostro essere "stranieri" all'interno di una cultura autoctona e omogenea può essere vantaggioso, perché gli stranieri sono "elementi di disturbo" che vedono le cose da prospettive diverse e nuove (per un luogo specifico).
- Sinodalità significa prendersi cura del grido dell’umanità che è dentro le nostre comunità (prendersi cura della nostra gente, dei nostri tesori!). Può capitare che con la scusa di fare missione trascuriamo la qualità delle nostre relazioni e l’attenzione per chi sta vivendo difficoltà, crisi ecc.
- In circostanze specifiche, bisogna fare di meno ma in comunione. Camminare insieme significa andare al passo dei più deboli. Inoltre, il discernimento comunitario è un processo più lungo di quello individuale (il discernimento di stile Ignaziano), che coinvolge solo la persona e Dio. Siamo pronti ad attuare il discernimento comunitario a costo di fare meno cose ed aspettare i tempi della fraternità?
- Chi rallenta il ritmo deve sapere che gli altri aspettano il suo contributo. Chiunque ha talenti da condividere. Nasconderli significa danneggiare la comunione. Nella sinodalità non c'è posto per la passività e la pigrizia. E camminare è fatica.
- La missione è il 3° elemento della sinodalità dopo la comunione e la partecipazione. Sinodalità significa ascoltare profondamente il grido del mondo. Se cresciamo in comunione, a partire dalle nostre comunità, ci educheremo ad essere sinodali anche con il mondo.
- La sinodalità è camminare insieme in un percorso di santità, è camminare insieme al Santo in mezzo a noi. Posso accelerare o rallentare il passo dei miei fratelli e sorelle, a seconda di come cerco di vivere il Vangelo. Se non vivo la mia santità personale, danneggio la sinodalità e il percorso degli altri.
Infine, un'ultima considerazione. Una Chiesa più sinodale probabilmente non diventerà più attraente per il mondo e anche per i giovani. Diventerà attraente e sarà a benefico solo di coloro che cercano Dio. Gli altri, coloro che sono divorati dal materialismo e sono ormai insensibili allo Spirito, non percepiranno il cambiamento. Pertanto è saggio mantenere delle aspettative realistiche in queste difficili circostanze. Verrà il tempo in cui le persone si renderanno finalmente conto che le promesse del mondo sono in realtà menzogne. A quel punto, la Chiesa sinodale sarà pronta ad accogliere in casa questi fratelli, come una madre paziente che non si dimentica mai dei suoi figli.
Synodality and Community Discernment
The Synod on Synodality involves the whole church at all levels. The resources dedicated to the synod and the length of its process signal the pope's desire for a fundamental change in our being church. The pyramidal setting, which has been implemented in the relationship within the church so far, needs to meet the evangelic logic of communion. For this reason, we need to avoid the temptation to take the reflection on synodality superficially by saying: "We are already fully living in a synodal way!” This would mean missing the chance to be more coherent with the gospel. It is far better to recognize our need of conversion humbly. Our model for synodality is the communion of the Father and the Son in the Trinity. No less than that.
Synodality means “walking the same way,” “Sun-odos,” (a possible reference is the experience of the disciples of Emmaus who walk together with Jesus, cf. Lc 24:13-33). It is not only a matter of synchronizing our paces (what we do), but rather to agree, to synchronize our thoughts and hearts. The conversion to synodality has, therefore, a lot to do with obedience and community discernment.
Conversion to synodality implies two premises. First of all, we need to rediscover that obedience is reserved for God alone and not for other leaders, not even superiors. We synchronize our walking together, only if we walk at the pace of Jesus, our Master. Synodality is, therefore, a new set of relationships where all, including those in authority, are members of the same flock and follow the sole Shepherd, the only Master, Jesus. We are all disciples, though with different roles in the flock. Secondly, synodality requires discerning the will of God in a collective way. Both those in authority and subjects need to collaborate in listening to the voice of the Spirit and walking His way faithfully. Community discernment enhances and brings to completion the traditional individual discernment, because the voice of the Spirit is better heard in communion, in synodality ("it seemed good to the Holy Spirit and us", Act. 15:28).
Links e
Downloads
Acesse aqui com seu nome de usuário e senha para visualizar e baixar os arquivos reservados.