P. GIUSEPPE GALLI
Arona (Novara), 13 gennaio 1941
Kilomoni, (R. D. del Congo)
8 febbraio 2011
Martedì 8.2.2011, nel tratto del lago Tanganika davanti a Kilomoni, è scomparso il P. Giuseppe Galli che, tra le 10.00 e le 11.00, era entrato in acqua per una nuotata. Il suo corpo è stato ritrovato soltanto venerdì 11.2.2011, a circa quattro kilometri dal luogo dove era scomparso.
Il confratello aveva settant'anni, essendo nato ad Arona (Novara) il 13.1.1941.
Allievo del Seminario diocesano di Novara fino alla Ia Teologia compresa, entrò tra i Saveriani nel 1964, così presentato dal suo Rettore: «si tratta di una vocazione provata, maturata nella preghiera, nel consiglio e nel sacrificio … sufficientemente dotato e impegnato al massimo» (3.9.1964). Un giudizio confermato, alla fine dell'anno di Noviziato, nella presentazione alla Prima Professione emessa a Parma il 3.10.1965. Ribadito infine nell'ammissione al presbiterato: «È un giovane a posto, ben inserito nella comunità e nella congregazione. Aperto, schietto, generoso, intraprendente e impegnato. Buona sensibilità e vivacità soprannaturale e apostolica» (8.7.1967).
Ordinato presbitero a Parma il 15.10.1967 e completato l'ultimo anno di teologia, P. Giuseppe che da appena quattro anni era passato dal seminario diocesano a un istituto missionario, fu destinato alla Regione italiana per la formazione e l'animazione missionaria. E questa fu la sua risposta al P. Generale: «… mi son fatto missionario per lavorare nei paesi di missione. Ma come religioso metto il mio avvenire completamente nelle sue mani. Lei conosce i bisogni della nostra congregazione; sa anche dove posso servire meglio il Signore e la congregazione. Sono quindi pronto a fare e ad andare dove Lei crederà bene, sicuro di fare così la volontà di Dio» (2.8.1968).
Fu vicerettore a Cremona (68-69) e animatore vocazionale ad Ancona (69-73).
Nel 1973 fu destinato al Congo. Raggiunse la missione nel settembre 1974 dopo aver studiato il francese a Parigi. Anche nella nuova sede, per qualche mese, continuò ad essere studente di lingua, il Kiswaili. Il 2.2.1975 fu assegnato come cappellano alla comunità di Baraka. Iniziò così i 37 anni di servizio missionario, ininterrotto e cordiale. Vissuto nella solidarietà e con una «gioia contenuta, ma profonda, duratura, che ti fa sentire al posto giusto, utile in questo mondo» (MS, nov. 2000).
Dimostrando sempre grande disponibilità, lavorò a Baraka (75; 84-86; 94-96; 98-99); Kasika (75-79); Mwenga (79-84); Fizi (86-92); Kidote (92-94); Luvungi (97-98); Kitutu (99-00); Bukavu-Panzi;(00-01); Kasongo-Ngene (01-03); Bukavu-Cahi (03-07); Goma (07-10); Uvira- Kilomoni.
Fu un missionario che si è realizzato «nel lavoro pastorale di tutti i giorni, con le visite agli ammalati, l'ascolto, i safari e la celebrazione dei sacramenti» (P. Colasuonno, 14.2.2011).
In effetti, nel cammino umano e spirituale di P. Galli non si possono non segnalare i safari, le crisi epilettiche, il desiderio dell'esperienza mistica di Dio.
Riguardo ai safari, così si esprimeva in una lettera del 22.10.92: «Mi piacciono i safari, perché il camminare, il vitto del posto, il cambiar letto non mi costano. E il parlare di Lui, l'annunciare il vangelo danno la soddisfazione che riempie il cuore» (22.10.92).
Le crisi epilettiche, poi, rivelatesi come tali nei primi anni dopo l'ordinazione, non gli impedivano di essere un missionario totalmente dedito. Anzi, esse lo aiutavano a vivere con il Cristo senza 'condizioni' e a sviluppare una profonda spiritualità della semplicità e una particolare vicinanza ai malati e alle persone semplici.
Infine il desiderio di una comunione più profonda con Dio: è un tema ricorrente nella sua corrispondenza; si augurava di diventare un mistico per poter annunciare più efficacemente il Regno.
Scriveva l' 1.6.2010: «Ho cercato di amare Dio veramente: di fare la sua volontà, di andare e cambiare Missione quando il Regionale chiedeva; sempre contento del vestito, del cibo, del letto che nei safari mi davano. I confratelli mi hanno sempre accolto bene, come un fratello, nonostante i miei limiti, da parte mia ho sempre goduto del successo degli altri e per il lavoro che facevano».
Il Beato Guido lo accolga in cielo e lo accompagni dal Signore per il premio eterno.
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