P. MICHELE GALLI
Ranica (BG), 22 aprile 1928
Pekambaru (Indonesia), 24 settembre 2012
All’ospedale di Pekambaru (Indonesia), il 24 settembre, è morto improvvisamente P. Michele Galli mentre era in attesa di un intervento oculistico per la seconda cateratta. Aveva 84 anni compiuti, essendo nato a Ranica (Bergamo) il 22 aprile 1928.
Nella scelta di P. Michele di diventare missionario, un ruolo rilevante lo ha svolto la mamma, Felicita Testa, tessitrice, rimasta vedova nel 1936 all’età di 31 anni, con quattro figli rispettivamente di anni uno, tre, sette e otto. P. Michele, nell’intervista per il Bollettino parrocchiale alla conclusione delle le ultime vacanze passate in Italia, quelle del 2009, ricordava: «Finite le elementari, ho lavorato in una fornace di Ranica fino a 15 anni. Per 4 anni ho fatto il “piccolo” in ufficio, poi il factotum. E così ho aiutato a mantenere la famiglia. … Poi è arrivata la vocazione … E con l’appoggio soprattutto di mia madre che deve aver pregato tanto, ho deciso di diventare Saveriano. L'unica opposizione è venuta dal mio padrone che non voleva lasciarmi andare». «La mamma - scriverà il P. Maestro nella Presentazione di P. Michele alla Prima Professione - è di ottimi sentimenti cristiani».
Entrò all’Istituto di Vicenza il 16 agosto del 43. Ma, un mese dopo, a causa della guerra, gli allievi furono trasferiti a Grumone dove iniziarono l’iter formativo saveriano che P. Michele percorse regolarmente: Grumone (43-47) medie inferiori e ginnasio; S. Pietro in Vincoli (47-48) Noviziato e Prima Professione; Desio (48-51) Liceo; Massa Lucana (51-52) Prefettato; Piacenza (52-56) Teologia e ordinazione presbiterale(17.3.56).
Le valutazioni degli educatori sottolineano il fatto che nel periodo di formazione P. Michele ha saputo potenziare le sue migliori capacità: «Di animo assai buono, docile, generoso e accurato nella sua vita spirituale. … la sua bontà e il suo criterio e ingegno pratico integrano qualche limite scolastico» (Presentazione al Noviziato).
Fu destinato alla missione dell’Indonesia. Giunse nel paese asiatico nell’agosto del 1957. Nell’intervista del 2009 ricordava così i primi 10 anni dei 54 passati in Indonesia: «Oltre che il curato in Cattedrale, dovevo fare catechismo nelle scuole, dalle elementari fino all'accademia: erano 30 ore di religione settimanali. Al pomeriggio c'erano 12-13 gruppi della Legio Mariae, poi i registri, c'erano molti battesimi».
Dal 63 al 64 guidò la Parrocchia di Bukittinggi; dal 64 al 66 fu incaricato di Indragiri.
Dopo un anno di aggiornamento in Italia e di tre di parroco a Bukittinggi, risiedette per 16 anni a Padang ricoprendo diversi incarichi: Parroco di Padang Baru e Rettore del Seminario (70-72); Cappellano della Cattedrale e Segretario del Vescovo (72-83); Presidente delegato delle scuole diocesane (per oltre 20 anni); Vicario Generale (81-05).
Nel 1986 lasciò Padang e si stabilì a Bukittinggi «perché il Vescovo, al quale avevo chiesto di essere sollevato da alcuni incarichi per stare in mezzo alla gente, mi nominò parroco di Bukittinggi, da solo. Così facevo servizio alcuni giorni in curia, poi a Bukittinggi e in altre parrocchie: ogni giorno cambiavo letto. Così fino al 2005 quando il vescovo nominò un nuovo Vicario Generale» (Intervista 2009). Da allora fino al 2012 P. Michele potè dedicarsi esclusivamente alle sue comunità cristiane di Bukittinggi, Payakumbuh e Padang Panjang.
P. Michele restò fedele ai valori indicati nell’Esame della Vocazione di V Ginnasio: «Sempre ebbi in me il desiderio di far del bene al prossimo, ai sofferenti, ai bisognosi (e di questo debbo ringraziare immensamente il Signore). Questo desiderio è andato sempre più crescendo coll’andare del tempo e con il passare degli anni e con l’entrata all’Istituto. … La consacrazione a Dio di tutto me stesso è stata sempre l’aspirazione più intima e più bella e lo scopo “promuovere la gloria di Dio e la salvezza delle anime nelle terre infedeli” è sempre stato il mio ideale. Non desidero di meglio e non chiedo al Signore che questa grande grazia.
Posso dire che la vita religiosa missionaria consiste in un continuo rinnegamento di se stessi, della propria volontà e in una donazione completa della propria vita per il prossimo».
Nella fedeltà a questi valori c’è il segreto dello stile di serenità e di ascolto di P. Michele.
Riposi in pace.
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