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Milani P. Domenico

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P. DOMENICO MILANI 
Minozzo di Villa Minozzo (Reggio Emilia) il 10 maggio 1922
Parma, 25 maggio 2008

Il 25 maggio 2008, verso le 20,30, all’Ospedale Maggiore di Parma è morto il P. Domenico Milani. Si era rotto il femore cadendo dalla bici il 13 maggio; il giorno 20 era stato operato. Poi, purtroppo, è comparsa l’embolia che ha fatto precipitare la situazione. Aveva 86 anni compiuti essendo nato a Minozzo di Villa Minozzo (Reggio Emilia – Italia) il 10.5.1922.

Alunno del Seminario di Reggio Emilia sino alla fine del Liceo, entrò tra i Saveriani a S. Pietro in Vincoli nel 1942. Il 1° nov. 1943 emise la Prima Professione, con gioia e trepidazione: «Di fronte alle voci di giusta trepidazione per la nostra miseria, sta la sua [del Superiore Generale] voce che ci chiama in nome di Dio: e perciò, veniamo laetantes»” (26.10.43) . 

Passò quindi a Parma per la Teologia (43-47). Nel 1946 fece la Professione Perpetua, così presentato dai formatori: «Riesce bene come organizzatore. Salute buona; spirito di sacrificio, zelante ed intraprendente. Sincero e aperto». Fu ordinato presbitero a Minozzo il 1° marzo 1947.

Dal 1947 al 1959 fece parte della comunità di Parma: redattore alle Stampe, propagandista e maestro di canto e vicario cooperatore al Tempio del Sacro Cuore. Dal 1949 fu impegnato a tempo pieno alle Stampe. Nel 1951 fu nominato Direttore Nazionale del Centro Educazione Missionaria (CEM), Redattore di Didattica Missionaria e di Voci d’oltre mare. Gli si chiese pure di conseguire la maturità magistrale e di iscriversi a Pedagogia all’Università di Genova dove si laureò nel 1959. Lo stesso anno, 1959, ebbe la sospirata destinazione alla missione del Congo. Così si congedò allora dal CEM: «Ricorderò questi 12 anni durante i quali ho avuto la fortuna di lavorare tra voi, cari Maestri, per far conoscere ed amare tutti i nostri fratelli del mondo, nel nome del Signore» (Didattica missionaria, 1959).

P. Domenico giunse in Congo il 17 ottobre 1960: «Magnificat anima mea Dominum! Non so quante volte l’ho detto il ‘Magnificat’ in questi giorni: non mi veniva in mente altro… sono ‘arcistrasuperextracontento’» (18.10.60). Dal 1960 al 1966 fu vice parroco e poi parroco a Kamituga, poi dal 1966 al 1986 Direttore, a Bukavu, dell’Ecole Normale Moyenne, diventata per opera sua, nel 1970, Institut Supérieur Pédagogique (ISP). Vent’anni, questi di Direttore, che «meritano tutta la nostra stima – gli scriveva il Superiore Generale il 19.1.86 – non solo perché ne vediamo i frutti, che hanno dell’incredibile, ma anche perché sappiamo le difficoltà che hai dovuto affrontare. Ti siamo riconoscenti di quanto hai saputo operare con tanta passione e competenza». Encomiabile anche nel distacco traumatico dall’ISP: nelle difficoltà sorte proprio con coloro che lo avevano chiamato a dirigere l’Istituto, «come religioso privilegiò la via dell’obbedienza; come cristiano, quella dell’umiltà; come discepolo di Cristo, quella del perdono» (P. Brentegani, (31.5.08).

Dal 1986 lavorò, con il consueto entusiasmo e competenza, in Italia: Rettore della Comunità del Centro Saveriano Animazione Missionaria (87-90), Direttore di CEM Mondialità (90-98) e dal 1998 Direttore del Centro internazionale Arte e Cultura e del Museo Cinese. Anche in questo tratto finale della sua vita, discepolo di Gesù di Nazaret, convinto che la mondialità è il nome nuovo della missione e per questo sempre impegnato nell’educazione alla mondialità e cioè all’interdipendenza, alla convivialità delle differenze, all’interculturalità, all’incontro delle religioni.

A conclusione di queste essenziali note biografiche, lo splendido ritratto di P. Milani che Brunetto Salvarani hafirmato per il prossimo editoriale di Cem Mondialità: « Il fatto è che non capita spesso di imbattersi in figure così, una di quelle che la Bibbia definisce baal chazon, uomo di sogni, di visioni; capace di pensare e di agire in grande, di non sopportare le ingiustizie, di guardare le cose con un punto di vista altro, quello che immancabilmente ti spiazza, ti mette fuori gioco. Di pensare in grande sì, con la testa dura dei reggiani di montagna, ma con un acuto senso del realismo, perché sa bene che il vangelo è uno dei testi più realisti di ogni tempo…».

Il Signore accolga nel suo Paradiso questo suo fedele discepolo.

DG
25 May 2008
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