Padre Antonio Trettel ha scritto una lettera al confratello Sergio Targa in risposta a uno dei suoi articoli pubblicati sulla rivista dei Missionari Saveriani, nel numero di febbraio 2024.
Trettel, missionario in Congo, individua delle somiglianze tra la missione in cui si trova lui e quella del suo confratello Targa, che invece lavora in Bangladesh.
"Si potrebbe cambiare il nome Khulna con Uvira, ma il risultato sembra lo stesso," scrive Trettel, riferendosi al fatto che la Chiesa locale, una volta fondata dai Saveriani, è ora nelle mani del clero diocesano. "È ancora troppo concentrata su di sé, con poco o nessun interesse verso le masse non cristiane tra cui vive". Cita l’articolo di Targa.
Nella lettera, Trettel si chiede come mai dalla lunga e generosa semina di molti missionari eroici possa nascere una chiesa così distante.
Targa sottolinea che "nonostante gli sforzi e le buone intenzioni dei suoi missionari, la Chiesa del Bangladesh sembra essersi incamminata verso la stessa meta che le sorelle occidentali stanno già raggiungendo: quella dell'insignificanza e marginalità sociale."
Trettel gli fa notare che in Congo la situazione è completamente diversa: "Qui la Chiesa ha un peso politico enorme." Targa continua, "La missione del futuro perderà forse la sua dimensione istituzionale, ma guadagnerà in quella relazionale, di amicizia e solidarietà con le persone."
In risposta, Trettel gli fa notare che questo cambio di paradigma missionario dovrebbe rappresentare già l'oggi della missione e non soltanto quello futuro. Nella sua lettera, Trettel conclude affermando l'importanza di annunciare il Vangelo in maniera autentica e richiama l'attenzione sulle nuove aperture saveriane come esempi di una missione che non si esaurisce mai e che può portare la speranza nel mondo.
- In allegato la lettera originale
