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Catechesi online

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Seminare la Parola anche nel campo di Facebook

L’allontanamento dal Giappone per gli studi a Roma nel maggio 2014 mi diede l’occasione per entrare in Facebook. Mi registrai come “padre Renato” non con le lettere dell’alfabeto latino ma con caratteri giapponesi, per facilitare la ricerca ai Giapponesi per i quali e con i quali avevo deciso di cominciare questa nuova attività online. Per questo motivo posto solo in giapponese senza fotografie o racconti personali. Agli inizi mi trovai di fronte al muro delle competenze necessarie, quali la conoscenza digitale e la padronanza del giapponese scritto; cercai allora aiuto tra i laici, cristiani e non, iniziando collaborazioni che continuano ancora oggi. Una collaboratrice preziosa è Rie Kagawa, non cristiana, insegnante di giapponese. Da sei anni stiamo facendo smart working via Skype, lavorando online una sera alla settimana. Insieme rivediamo non solo i post di Facebook, ma anche altri lavori compositivi come articoli e pubblicazioni o manoscritti per conferenze varie. Come prima interlocutrice alla quale espongo ciò che desidero comunicare o proporre, mi dà un parere, presenta obiezioni o mi chiede di riscrivere il testo.

Su Facebook continuo a proporre riflessioni sul vangelo della domenica, oppure serie tematiche come gli incontri di Gesù, i simboli nella Bibbia e altre. Attualmente sono oltre 4 mila gli “amici” nella mia lista. Postare su Facebook una riflessione sul vangelo offre alcune possibilità: ad esempio, un post pubblicato rimane a disposizione nel tempo, lo si può rileggere in seguito con più calma; un altro vantaggio consiste nella possibilità di inviare e condividere il testo con un amico; inoltre, diversamente dalla predica orale durante la messa, il post permette di lasciare un messaggio di feedback o una reazione, ai quali poi si può rispondere.

Anche dalla campagna di Tamana nel sud del Giappone, ove mi trovo attualmente, attraverso internet posso arrivare ai giapponesi che vivono nelle varie metropoli del Paese, formicai umani, la vera realtà di anonimato. In mezzo al grigiore della quotidianità che procede in maniera frenetica, la Parola – passando attraverso il cellulare – può arrivare al loro cuore, e forse aiutarli nella ricerca di uno stimolo o di un’occasione per riflettere o andare avanti nella vita in una fase in cui si sono arenati.

Annunciando la Parola anche in tempi di pandemia 

Con il mese di marzo il governo ha fatto chiudere le scuole e avviato lo smart working a casa a causa del Covid19. Successivamente, per quattro settimane, a tutto il Paese è stato richiesto di evitare uscite, di rimanere a casa, i negozi sono stati chiusi come misura per limitare il contagio. All’inizio di quest’anno la media di reazioni al post settimanale si aggirava attorno a 200; con l’inizio della pandemia, dai primi di marzo ha cominciato a crescere fino ad arrivare a una media di oltre 300. Con il diffondersi della pandemia e il protrarsi del periodo di isolamento in casa, ho cominciato a postare ogni tre giorni alcune riflessioni allo scopo di aiutare a pensare e a vivere in questa situazione, a riflettere su se stessi approfittando della reclusione in casa e del tempo a disposizione. I post erano citazioni tratte da libri tradotti in giapponese di Henry Nouwen e Anselm Grün, entrambi esperti di psicologia e considerati maestri moderni di spiritualità. La comune situazione che stavamo vivendo è stata il mio criterio per la scelta dei temi, quali la solitudine, l’essere accanto, la presenza nell’assenza, la speranza, il dono del silenzio, lo stile di vita rallentato. In circa due mesi ho offerto una ventina di riflessioni, con una media di oltre 300 reazioni a ciascuna riflessione.

Anche le diocesi avevano seguito le direttive del governo, sospendendo fino alla fine di maggio tutte le attività religiose, quindi anche la liturgia con fedeli nelle messe quotidiane. Nel mese di aprile, durante la Settimana Santa, proponevo quotidianamente una riflessione su un personaggio dal vangelo di ciascun giorno: Giuda, Maria di Betania, Pietro, Giovanni, Maria Maddalena, Tommaso, le altre donne e naturalmente Gesù stesso. Il post della vigilia del Sabato Santo ha superato le 400 reazioni, mentre quello del giorno di Pasqua ha oltrepassato le 500 reazioni.

Un frutto del viaggio apostolico in Giappone lo scorso anno di papa Francesco è stato l’istituzione annuale da parte della conferenza episcopale di un mese speciale (1 settembre - 4 ottobre) con il tema della visita “Difendere tutta la vita”. Tuttavia, a motivo della pandemia, non si sono potute organizzare attività a livello nazionale, diocesano o vicariale, e lo sviluppo del tema è stato affidato alla libera iniziativa a livello locale. La modalità online di questo periodo, mi ha dato l’idea di proporre la lettura di testi di papa Francesco. Iniziando con il mese speciale, continuando con il mese missionario di ottobre e terminando con novembre, che ricorda il primo anniversario della visita, ho avviato una presentazione settimanale online di tredici brani scelti sulla homepage della diocesi. I temi sono la salvaguardia del creato, dignita di ciascuna persona umana, il discepolo missionario, come vivere nella pandemia e dopo. In ogni presentazione viene dato anche il link che rimanda alla fonte per la lettura dell’intero testo.

Abitare la rete con la Parola

Ironicamente, nella situazione in cui dobbiamo mantenere la distanza sociale, la realtà di internet mi aiuta a essere in contatto non solo con il piccolo gregge dei fedeli della domenica, ma anche con la folla della quotidianità che non conosco e probabilmente non incontrerò mai, ma con la quale la comune situazione della pandemia mi ha fatto entrare in contatto. Questo sesto continente, come è stato definito, è terra di primo annuncio perché abitato e frequentato da milioni di persone, fra cui anche giapponesi. Internet non è un semplice mezzo di comunicazione, ma un luogo abitato da tantissima gente.

Anche a me, missionario, è rivolto il messaggio del Signore a Paolo che lo incoraggia a continuare la predicazione a Corinto «perché io ho un popolo numeroso in questa città». (Atti 18,10). Entrando in questa megalopoli digitale planetaria sono in grado di avvicinare, di connettermi con questa gente. Certamente non con tutti quanti, ma a ciascuno con cui sono connesso è offerta una possibilità. Inoltre, abitando il mondo di internet, posso raggiungere le persone dove si trovano, con il vantaggio non indifferente che la riflessione proposta rimane sempre online, disponibile all’altro a seconda dei suoi ritmi e tempi, necessità e situazioni esperienziali. Come missionario sono chiamato a essere presente in questo continente dedicandovi tempo, mettendoci passione e creatività, a cui va aggiunta la costanza nell’offerta pastorale e missionaria, insieme alla qualità di contenuto e di lingua. Per questo motivo la collaborazione dei laici è fondamentale e necessaria.

«La Parola di Dio è viva ed efficace» (Ebrei 4,12) non solo quando è proclamata a voce, ma anche quando è comunicata via internet. I vangeli sono giunti a noi perché, l’annuncio della buona novella, una volta messo per iscritto, è diventato disponibile a tanta gente a cui è stato offerto un contatto con la Parola. Questa rete di legami ha cominciato a espandersi sempre più e la Parola ha iniziato «a correre e diffondersi dappertutto» (2 Tessalonicesi 3,1). La corsa continua e ora «la Parola del Signore risuona» (1 Tessalonicesi 1,8) anche nel mondo di internet.

Renato Filippini sx
25 November 2020
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