P. GIORGIO GAGLIANI
Modena, 27 febbraio 1935
Heitorai (Goias, Brasile), 4 agosto 2003
Il 4 agosto 2003, alle ore 14,26 (ora locale) nei pressi di Heitorai (Goias, Brasile), in un incidente stradale ha perso la vita il P. Giorgio Gagliani. In una curva pericolosa l’auto che lui guidava, è finita nella corsia opposta dove stava sopravvenendo un camion: l'impatto è stato violento e fatale. Il confratello aveva 68 anni compiuti, essendo nato a Modena il 27.2.1935.
Cresciuto in una famiglia numerosa e profondamente religiosa che ne curò la formazione negli anni delle elementari, delle medie e dei primi due di ragioneria, nel 1951 entrò tra i Saveriani a Zelarino dove frequentò le due classi del ginnasio superiore. Proseguì quindi l’iter formativo saveriano con il Noviziato a S. Pietro in Vincoli (53-54), il Liceo a Desio (54-57), il prefettato ad Alzano Lombardo (57-58), la Teologia a Parma (58-62). Fu ordinato presbitero il 15.10.1961.
Di questi anni di formazione spiccano i giudizi sempre positivi dei suoi Superiori che confermano, in un certo senso, quello della presentazione al Noviziato: «È evidente a tutti la sua bontà e la sua forte vita interiore. Molta generosità… Serio in tutto» (Luglio 53).
Alla fine della Teologia era dichiaratamente disponibile per qualsiasi obbedienza: «… vorrei proprio fare la Volontà del Signore e mi sembra che esponendo i miei “gusti” non sarei più abbandonato completamente nelle sue mani…sentirei una certa inclinazione alla vita di educatore nelle case apostoliche…» (23.10.61).
Destinato all’Italia, fu Direttore Spirituale ad Ancona (62-67) a Piacenza (67-70) e Rettore ad Alzano (70-77). Si trattò di una esperienza che egli definì «fondamentale perché sono passato da ‘giovane con idee innovatrici’ ad ‘anziano conservatore’. Eppure io son convinto di aver lottato decisamente, ma serenamente, per le stesse idee… il fatto è che all’inizio ad Ancona si lottava per aprire i nostri seminari alle idee del Concilio che dava nuovi orizzonti; e alla fine ad Alzano si lottava per chiudere il passo alle esperienze devianti» (25.12.1980).
In effetti il P. Giorgio era ─ sono espressioni sue ─ «...esigente… determinato contro ciò che non può coesistere colla mentalità evangelica…[perché] una buona formazione si basa sul sacrificio fondamentale sia del formatore che dell’allievo».
Nel 1977 fu destinato al Brasile Sud. Lavorò a Londrina (78-82), Itaquera (84-86) e Guaianazes (86-96). In profonda sintonia con le novità della stagione postconciliare, scandite dalle Assemblee continentali di Medellin e Puebla, il P. Giorgio si impegnò, a livello di Chiesa locale e di Congregazione, per «la partecipazione reale dei laici ai ministeri; la collegialità nella conduzione della Chiesa; la struttura familiare della Chiesa, la critica profonda al sistema economico-politico capitalista come antievangelico…» (11.4.98); soprattutto si dedicò con passione, con la Casas do meninos, ad assicurare lo sviluppo integrale della persona anche per i minorenni meno fortunati.
Nel 1996 chiese ed ottenne di andare missionario in Africa, perché l’Africa rappresentava nel suo «essere missionario l’attesa non compiuta» (14.2.1996). Fu per 6 anni a Douala-Ndog Passi, impegnato nella prevenzione e reinserimento sociale dei “minorenni a rischio”, e in una molteplicità di iniziative sempre più assillanti e gestite con modalità non sempre comprese e condivise dai confratelli.
Per questo nel 2002 accettò di lasciare il Camerun, a condizione, però, di avere «la possibilità di continuare una attività in missione finché le forze lo permetteranno» (16.7.2002). Dall’autunno del 2002 era a Itaberai (Brasile), nella parrocchia affidata alla cura pastorale della sua Diocesi di origine, Modena. Desiderava mettere a frutto la sua esperienza creando collegamenti tra i gruppi di volontariato di Brasile, Italia e Camerun con i quali lui era in contatto.
Il Signore accolga nel suo regno questo suo servo generoso e appassionato.
