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Sacralità e clericalismo

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Lo scorso 20 gennaio 2022, il sito www.finesettimana.org ha ripreso un articolo di Anne René-Bazin intitolato: Il sacro, questione chiave dell’uscita dal clericalismo che presenta gli elementi essenziali dell’intervento della sociologa francese Danièle Hervieu-Léger nel quadro dei Rendez-vous della CCBF (Conférence Catholique des Baptisées de France) sul tema “Verso una nuova governance della Chiesa – Andare oltre il clericalismo”.

Secondo la sociologa, la sacralità “eccessiva” della figura del prete – sacralità che non viene dal Cielo ma è una costruzione umana – avrebbe dato avvio al clericalismo e a tutto quello che gli ruota attorno, incluso le mancanze e le varie forme di abusi avvenute all’interno della chiesa. Il clericalismo, segnala l’articolo, si fonda su tre pilastri: l’idea del monopolio della verità, la visione del territorio che è anche quella imperialistica, e infine, la figura del prete dispensatore esclusivo dei beni della salvezza di fronte ad un popolo completamente privo di potere.

Danièle Hervieu-Léger sottolinea poi, come si sia costruito questa figura sacrale di prete lungo la storia della chiesa. Il primo momento sarebbe quella della imposizione del celibato a tutti i preti e suddiaconato da Gregorio VII (1073-1083). Questo cambiamento ha avuto conseguenze anche sul concetto di vocazione fomentando un’idea del prete come un eletto (distanza dagli altri, separazione dalla vita comunitaria) e non più come un servitore della/nella comunità.

Il sacerdote diventa così parte di una elite, scelto da Dio stesso. Il secondo momento avviene con il Concilio di Trento (1545-1563), tempo in cui la chiesa romana si sta difendendo dalla Riforma protestante. Avvengono alcuni cambiamenti che rafforzano questa percezione della sacralità presbiterale: l’autorità del prete nella parrocchia, la creazione dei seminari diocesani (studio- formazione intellettuale-autorità). Quindi sul territorio la figura del prete si impone anche attraverso il suo sapere accademico. Nel XIX secolo, come terzo momento, la Chiesa deve fare i conti con alcune realtà sociali e politiche, come quelle derivanti dalla rivoluzione francese fino al XX secolo e a oggi, dove la Chiesa si sta confrontando con la sua lunga storia e le svolte epocali che stanno avvenendo e che riguardano anche lei (vedi: dissoluzione del tessuto parrocchiale, caduta libera della demografia clericale, assunzione di autonomia dei fedeli, …).  

Non è più come una volta dove la Chiesa parlava e tutti seguivano. La realtà è cambiata e, purtroppo, la chiesa è rimasta intatta, senza farsi troppe domande sulla sua struttura e i suoi membri. Essa non è stata capace di evolvere senza perdere la sua sostanza. Cosa che la sta mettendo, oggi, in una posizione dove sembra che navighi contro vento, cioè contro-cultura. Per esempio, l’autrice fa un esplicito riferimento al celibato, una questione che ha attraversato tutta la storia della chiesa, un vero e proprio rendez-vous. E si chiede, se come via d’uscita dal clericalismo, fosse possibile ripensare l’ordinazione degli uomini sposati. Ciò, sostiene la Hervieu-Léger, farebbe superare la nozione del prete-sacralità e del puro-impuro aprendo la porta anche all’ordinazione delle donne: “non c’è altro modo per uscire dal sistema sacrale se non conferendo il presbiterato alle donne come agli uomini, non per far entrare anche le donne nell’ambito del sacro, ma per far uscire definitivamente gli uomini dalla possibilità stessa della sacralizzazione”.

Leggi l’intero articolo di Anne René-Bazin qui

Innocent Munandi sx
10 Febrero 2022
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