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Paolo Manna e Guido M. Conforti

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Il 16 gennaio 2022 si sono celebrati i 150 anni dalla nascita del Beato P. Paolo Manna del PIME, la cui vita e opera hanno dato un grande contributo alla Animazione Missionaria e alla attività missionaria della Chiesa. P. Manna ha ideato la Unione Missionaria del Clero (UMC), divenuta poi Pontificia Unione Missionaria, e per ottenere l’approvazione ufficiale del Papa, e darne un grande sviluppo, ha voluto chiedere il consiglio e l’aiuto del Vescovo Guido Maria Conforti, fondatore dei Missionari Saveriani. Loro due, il fondatore e il sostenitore della UMC, hanno poi stretto una forte collaborazione facilitando la grande crescita dell’impulso missionario in tutta la Chiesa.

Nella celebrazione dei 150 anni dalla nascita del Beato P. Manna, è molto opportuno parlare di lui e del suo rapporto con Mons. Conforti. C’è solo una differenza di sette anni tra la nascita dei due e hanno avuto percorsi in buona parte diversi. Ma ci sono state molte situazioni e molte idee che li hanno visti uniti, lottando per le Missioni, per il Regno di Dio in tutto il mondo. Una delle situazioni che hanno avuto in comune è stata la malattia ai polmoni. A causa di questa malattia Mons. Conforti ha dovuto lasciare la Diocesi di Ravenna, e a causa di questa stessa malattia P. Manna ha dovuto abbandonare la Missione in Birmania. Una delle idee che li ha spinti a dedicarsi molto alla Animazione Missionaria è stata quella di aver capito che i ministeri della Chiesa non sono finalizzati solo al bene di individui e di comunità ristrette, ma sono al servizio della Chiesa per la evangelizzazione e la santificazione di tutte le nazioni della terra. Nell’opera di fondazione dell’UMC, il Beato Paolo Manna ha realizzato una brillante intuizione, ricevendo dallo Spirito Santo questo carisma divenuto la perla della sua vita. In questa opera, ha ricevuto la collaborazione non accidentale, ma cercata e coltivata nella persona del Vescovo San Guido M. Conforti, sia per ottenere la approvazione pontificia dell’UMC che per lo sviluppo di essa nella Chiesa italiana e internazionale.

È il Prefetto di Propaganda Fide Card. Domenico Serafini che dà notizia dell’approvazione pontificia quando scrive il 31 ottobre 1916 a Mons. Conforti: “Sua Santità nell’udienza del 23 corrente (ottobre 1916) si è degnato di mostrare il suo alto compiacimento per tale opportuna proposta (Unione Missionaria del Clero), diretta a favorire l’opera dell’apostolato che a Lui è sì a cuore, e nutre speranza che possa, con l’aiuto di Dio e il favore dei Vescovi, trovare largo consenso nel clero e nei fedeli d’Italia”. Nel 50° anniversario dell’UMC, Papa Paolo VI nella Lettera Apostolica “Graves et increscentes” (5 settembre 1966) tesse l’elogio della Pontificia Unione Missionaria del Clero, del suo Fondatore e di chi ha collaborato nella fondazione: “Non possiamo fare a meno di rivolgere il nostro pensiero, memore e grato, a quelle figure di apostoli che gettarono i primi fondamenti di questo provvidenziale sodalizio, soprattutto a Padre Paolo Manna dell’Istituto Missioni Estere di Milano, fondatore dell’Unione, il cui nome è degno di essere scolpito a caratteri d’oro negli Annali delle Missioni. Fu provvidenziale che a realizzare questo progetto, gli fosse a fianco il piissimo Presule Guido M. Conforti, Vescovo di Parma e Fondatore dell’Istituto missionario di San Francesco Saverio. Egli non solo aiutò egregiamente col consiglio e con l’opera la nascente Unione, ma interpose la sua autorità affinché l’Unione ottenesse l’approvazione pontificia. Questa fu concessa il 31 ottobre 1916 dal mio Predecessore di f. m. Benedetto XV, che inoltre nell’enciclica Maximum Illud del 30 novembre 1919 lodò apertamente l’Unione, raccomandandola ufficialmente a tutto il Clero”.

Dopo l’Enciclica Maximum Illud di Benedetto XV, nel 1919 la Missione della Chiesa passò dagli Istituti Missionari e dalle Congregazioni “aventi missioni” a tutta la Chiesa, sollecitata dalle Pontificie Opere Missionarie. Fonti ufficiali e particolari scrissero sull’apostolato missionario anche prima del Concilio. Il Concilio Ecumenico Vaticano II attraverso la Costituzione “Ad Gentes” dichiarò che le Chiese particolari sono soggetto di Missione per il mondo intero. I Papi dopo il Concilio scrissero Encicliche ed Esortazioni Missionarie, sottolineando una corresponsabilità sempre più vasta e fecero viaggi missionari in moltissime nazioni. Furono approvati i Sacerdoti “Fidei Donum”, i gemellaggi tra Chiese particolari, iniziative di dialogo ecumenico e inter-religioso, Sinodi internazionali e molti altri progetti. Ora Papa Francesco, seguendo con il suo nome non solo San Francesco di Assisi, ma anche il gesuita San Francesco Saverio, sta dando una impostazione tutta Missionaria alla Chiesa, con motivazioni bibliche, teologiche e pastorali. Dice che la Parola di Dio e i Sacramenti vanno ricevuti non solo per il bene e la santificazione personale, ma come uno strumento ecclesiale per la evangelizzazione del mondo, che, come lui afferma, comprende la pace, l’ecologia, il bene comune, il dialogo tra società e tra religioni, la dignità dei poveri e la accoglienza dei rifugiati. Il Papa dice che ogni cristiano “è un discepolo missionario”, “una missione viva ed attiva”, insieme con gli altri “in una Chiesa in uscita”. È una risposta all’invito del Signore Gesù che ci invia ad essere “sale del mondo e luce della terra”, “per il bene delle pecore che sono nell’ovile e di quelle che ancora possono essere raggiunte” “perché ci sia un solo gregge e un solo Pastore”.

Il desiderio e la programmazione di Papa Francesco trovano il loro strumento non solo nella Sacra Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che il 22 giugno 2022 compirà 400 anni, e nella Pontificia Opera per la Propagazione della Fede, che il 3 maggio compie 200 anni, ma anche nelle altre Pontificie Opere, tra cui la Pontificia Opera Missionaria che sostiene tutta l’Animazione missionaria fatta dal Clero presso il popolo di Dio. Attraverso la Pontificia Unione Missionaria, esse hanno portato tutte le Chiese locali, dalle più antiche alle più giovani, ad essere soggetti di Missione, dando e ricevendo personale, testimonianze e aiuti, in grande condivisione di vita animata dallo Spirito Santo per il Regno di Cristo e la gloria del Padre. Come il Papa S. Giovanni Paolo II ha scritto: "la missione della Pontificia Unione Missionaria è di infondere vita, fede, entusiasmo e amore in ogni forma di missione di aiuto". Ci sono altre figure simili nella storia e nella vita della Chiesa, ma P. Manna e Mons. Conforti sono figure emblematiche, in quanto imitano Gesù che ha dato la vita “per voi e per tutti”, per il “proprio territorio” e per le Missioni del mondo intero.

Penso che quello che ha sognato P. Roberto Beduschi SX per Mons. Conforti sia valido anche per P. Manna: li vedrei bene insieme come il 3° Patrono delle Missioni.  San Francesco Saverio è Patrono perché è andato fisicamente in missione. Santa Teresina del Bambino Gesù è Patrona perché si è offerta, nel suo luogo, per le missioni. San Guido M. Conforti e il Beato Paolo Manna sono patroni perché hanno vissuto la Missione sia “fuori” che “qui”, sollecitando che, ovunque, ogni persona e comunità si dedichino a “Fare del mondo una sola famiglia, in Cristo”, come ha detto San Guido M. Conforti, o come ha detto bene il Beato P. Paolo Manna: “Tutta la Chiesa per tutto il mondo!”.

P. Dante Volpini,sx

 

Dante Volpini sx
17 Enero 2022
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