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Echi dalle giornate di Nepi

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Echi dalle giornate di Nepi (VT)

delle Direzioni generali degli Istituti missionari nati in Italia,
5 - 12 agosto 2018

Cari Fratelli e Sorelle,           

                                     come Direzioni generali degli otto Istituti maschili e femminili esclusivamente missionari di fondazione italiana – Consolata, PIME, Saveriani/e e Comboniani/e – ci siamo trovati dal 5 sera al 12 agosto 2018 a Nepi, presso le Suore missionarie della Consolata, per pregare e riflettere insieme sulla missione ad gentes. Eravamo presenti in 43, fra missionari e missionarie. Abbiamo riservato i primi cinque giorni per gli Esercizi spirituali, guidati da Teresina Caffi, missionaria saveriana, mentre le due ultime giornate, l’11 e 12 agosto, sono state dedicate alla formazione e scambio sul tema “Missione ad gentes – la nostra identità di missionari/e”, aiutati da una riflessione fatta da P. Félicien Ntambwe, CICM, missionario di Scheut, originario del Congo-Kinshasa.

Durante gli Esercizi spirituali, meditando pericopi tratte dai primi sedici capitoli degli Atti degli Apostoli, ci siamo rituffati nei primi passi della missione affidata da Gesù ai suoi apostoli: “Di me sarete testimoni” (At 1,8), per cogliervi i valori permanenti e riconoscere il dinamismo che lo Spirito Santo ha impresso alla Chiesa fin dagli inizi.

Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità” (Gv 16,13) era stata la promessa di Gesù. E gli Atti mostrano la progressiva comprensione da parte di apostoli ed evangelizzatori della salvezza portata e realizzata da Gesù. Un dono gratuito che lo Spirito è “impaziente” di offrire a tutti e tutte, facendo cadere una serie di barriere, gradualità, priorità che la mentalità antica faceva ancora albergare negli annunciatori. “Dio ha dato loro lo stesso dono che ha dato a noi” (At 11,17), ripete senza posa l’autore degli Atti, anzi, “noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù Cristo siamo salvati, così come loro” (At 15,11), a significare che la gratuità del dono alle genti rivela agli antichi seguaci della Legge che è per pura grazia che anch’essi sono salvati. Negli Atti, Luca dà a più riprese un modello di procedura per aprirsi al nuovo dello Spirito: esso comporta la ferma scelta di abitare, nella città, la “stanza alta” della preghiera (cf At 1,13), l’attenzione appassionata alla storia e lo scambio schietto e fraterno nella comunità dei credenti, per giungere a una lettura dei segni. Come ci collochiamo di fronte alle urgenze dello Spirito che germinano nel terreno della storia oggi?

Le due giornate successive le abbiamo dedicate a un momento di formazione permanente. Si è trattato di una iniziativa inedita, un tempo di studio e di condivisione sul tema della missione ad gentes. Esso avviene in questo tempo che conduce verso lo speciale Ottobre Missionario convocato per il 2019 da Papa Francesco “al fine di risvegliare maggiormente la consapevolezza della missio ad gentes e di riprendere con nuovo slancio la trasformazione missionaria della vita e della pastorale” (Lettera del Santo Padre del 22/10/2017).

Nella mattina dell’11 agosto, gli otto istituti presenti hanno messo in comune esperienze e riflessioni su ciò che dovrebbe “qualificare il servizio ad gentes: ambiti da privilegiare, conversione, formazione”.

Nella scelta degli ambiti di servizio, le menzioni emerse maggiormente sono state verso il primo annuncio, la scelta di gruppi storicamente “lontani” dal Vangelo o dove la comunità cristiana vive gli inizi della sua storia, contesti di forte conflittualità e di grave ingiustizia sociale. La consacrazione per la vita è essenziale, insieme al riferimento spirituale sempre più intenso a Colui che chiama alla missione ed il legame carismatico rispetto all’origine di ciascun istituto.

La sostanza ed il metodo viaggiano insieme: abbiamo condiviso il desiderio di promuovere presenze meno strutturate, con comunità agili e fraterne, in uno stile umile, povero di mezzi, ma ricco di relazioni umane. La sensibilità comunitaria e per un lavoro svolto in collaborazione ministeriale e fraterna è anche un elemento che trova sempre più spazio e attenzione.

Un altro elemento particolarmente attuale è il processo di interculturalità sia all’interno dei singoli istituti che in rapporto alle diverse culture incontrate. La sfida dell’incontro con un popolo, la sua storia e cultura richiede tempi prolungati per la conoscenza e l’approfondimento, e questo talora fatica a conciliarsi con la condizione di provvisorietà propria della scelta missionaria.

Nel pomeriggio, il p. Félicien Ntambwe ha sviluppato il tema: “L’Ad gentes: carisma e missione. Problematica, pertinenza e avvenire”. Carisma e missione, ha detto p. Félicien, sono le due facce di una stessa medaglia e vanno tenuti insieme. Al di là di una definizione territoriale, ad gentes significa “al di fuori della nostra comunità di fede”.

Al missionario è necessaria una formazione adeguata e una spiritualità particolarmente solida, trovandosi egli al di fuori del contesto di fede che gli è consono. Assumere più pienamente il nostro carisma ad gentes, richiede: l’incontro personale con Gesù Cristo; il senso di essere da lui salvato e la riconoscenza; la compassione per il mondo e il disinteresse totale, lo “spossessamento” della propria vita, che appartiene a Cristo.

Egli ha poi segnalato le domande che alcuni aspetti del pensiero attuale e della riflessione teologica fanno nascere circa il concetto di missione e di missionario ad gentes:

  • Se tutta la chiesa è missionaria, qual è il ruolo delle Congregazioni specificamente ad gentes? Se il dialogo è necessario, che cosa diventa la predicazione? Se le religioni contengono elementi salvifici, qual è la ragione dell’andare? Dalle incertezze su questi aspetti è nato un certo disamore, perfino il sospetto per la vocazione missionaria.
  • La globalizzazione ha sostituito la colonizzazione, il mondo si mescola, le frontiere sono umane più che geografiche. Se le “gentes” sono dovunque, che significa “ad extra”?
  • Anche i missionari cambiano: il fatto che a breve la maggior parte dei missionari verrà dai Paesi del Sud del mondo, quale cambiamento apporterà alla missione?

Il p. Félicien ha poi descritto le caratteristiche del mondo oggi: globalizzazione, migrazione, postmodernità ed ecologia; anche la crisi attuale della fede interpella la missione. La missione globale non è solo ad gentes, ma anche inter gentes; siamo chiamati a muoverci verso frontiere non solo geografiche ma anche umane, a passare dal “piantare” la Chiesa all’“essere” Chiesa.

Ci ha fatto anche parte dell’esperienza della sua Congregazione circa l’interculturalità come sofferto processo, la gestione economica, che unisce solidarietà generale e impegno di autosostentamento locale, e infine l’ad extra inteso come disponibilità assoluta per la missione universale; soprattutto all’inizio essa si configura anche come una partenza oltre frontiera.

Il 12 agosto, attraverso la discussione nei gruppi e il successivo dibattito in assemblea, abbiamo cercato di dare forma a proposte concrete per una collaborazione più intensa e continuata tra gli istituti. È stato espresso l’augurio che tale collaborazione si riproduca localmente nei Paesi in cui sono presenti più istituti.

Una parte importante della discussione si è incentrata sul come poter essere una “voce” comune e forte quando serve farla sentire, sui canali di diffusione e i modi per renderla più efficace.

Si è anche riflettuto a come offrire un’animazione qualificata in vista dell’Ottobre 2019.

I superiori e superiore generali si sono dati appuntamento per il prossimo 12 ottobre per trarre le conclusioni sulle proposte fatte alla fine delle giornate di formazione.

Ecco, cari fratelli e sorelle, l’essenziale dei nostri scambi e soprattutto l’indicazione di questo spirito di fraternità e collaborazione che siamo invitati a far crescere fra le nostre famiglie missionarie, per meglio rispondere oggi alle esigenze dell’annuncio ad gentes.

Nepi, 13 agosto 2018.

Le Direzioni generali dei

Missionari e Missionarie della Consolata
Missionari e Missionarie del PIME
Missionari e Missionarie Comboniani
Missionari e Missionarie Saveriani

Voices from the days of Nepi (VT)

of the General Administrations of the Italian Missionary Institutes
August 5-12, 2018

Dear Brothers and Sisters,

                                     As members of the General Administrations of the eight male and female exclusively missionary Institutes founded in Italy – Consolata, PIME, Xaverians, Comboni – we met on August 5-12 at the house of the Consolata Sisters in Nepi, to pray and reflect together on the mission ad gentes. Forty-three missionaries attended. We reserved the first five days for a retreat moderated by Xaverian Sister Teresina Caffi, while the remaining two days, August 11-12, were given to formation and a discussion on “Mission ad gentes – our identity as missionaries,” with the help of a reflection by Fr. Félicien Ntambwe, CICM, a Scheut Missionary from Congo-Kinshasa.

During the retreat, meditating on passages from the first 16 chapters of the Acts of the Apostles, we immersed ourselves in the first steps of the mission that Jesus had given to his apostles: “You will be my witnesses” (AA 1:8) to understand the enduring values and recognize the dynamism the Holy Spirit implanted in the Church from the very beginning.

“The Spirit of truth will guide you to the whole truth,” (John 16:13) had been the promise of Jesus. The Acts describe how the apostles and evangelizers progressively understood the salvation brought by Jesus. It is a gratuitous gift that the Spirit is “eager” to offer to all, destroying a series of barriers, degrees, priorities that an old mentality had left within the proclaimers. “God gave them the same gift he gave us,” (AA11:17) repeats incessantly the author of the Acts, and he adds, “we believe that we will be saved through the grace of the Lord Jesus, just as they will,” (AA 15:11) to mean that the gratuity of the gift given to the world reveals to the old followers of the LAW that it is by pure grace that they, themselves, were saved. In the Acts, Luke repeatedly gives us a model of how to open ourselves to the New Spirit: it entails the firm choice to live, in the city, in the “upper room” of prayer (see AA 1:13), to be passionately attentive to history and to direct and sincere exchanges within the communities of believers, in order to read the signs. How do we stack up to the urgent demands of the Spirit arising in current history?

The remaining two days were given to ongoing formation. It was an unplanned initiative, a time of study and sharing on the mission ad gentes. The occasion was given by Pope Francis’ convocation of a special Missionary October for 2019 “in order to better revive the awareness of the mission ad gentes and to resume with enthusiasm the missionary transformation of life and of pastoral activity.” (Letter of the Holy Father, October 22, 2017)

In the morning of August 11, the eight Institutes shared experiences and reflections on what should “qualify the service ad gentes: fields of activity, conversion, formation.”

In the choice of fields of activity the most commonly mentioned were situations of first evangelization, the choice of groups historically “far away” from the Gospel or where the Christian community is still in its infancy, contexts of grave conflict and social injustice. Consecration for life is essential, together with an ever more intense connection to the One who calls to mission, and the charismatic connection to one’s Institute.

Substance and method go hand in hand. We shared the desire to promote entities with less structure, with nimble and fraternal communities, living in a humble style, with poor means, but rich in human relations. Being sensitive to the community and working in ministerial cooperation are elements that are more and more given space and attention.

Another element of particular importance is the process of inter-culturality both within the individual Institutes and in relation to other cultures. The challenge of the encounter with a people, its history and culture, requires extended time to learn and delve in depth, and this clashes at times with the temporary condition of our missionary assignments.

In the afternoon, Fr. Félicien Ntambwe developed the theme: Ad gentes: charism and mission, problems, relevance and future.” Charism and mission, said Fr. Félicien, are the two sides of the same coin and must remain so. Beyond any territorial definition, ad gentes means “outside our faith community.”

The missionary needs an adequate formation and a particularly solid spirituality, being outside of the known context of faith. To take on more fully our charism ad gentes demands: a personal encounter with Christ; the feeling of having been saved by him and, therefore, thanksgiving; compassion for the world and total selflessness, the “disowning” of one’s own life, which belongs to Christ.

He then pointed out some of the questions arising by current thinking, and by theological reflection on the concept of mission and of being a missionary ad gentes.

  • If the entire Church is missionary, what is the specific role of the Congregations specifically ad gentes? If dialogue is necessary, what does the preaching become? If religions are salvific elements, what is the meaning of going out? A certain disaffection and even suspicion towards mission have arisen from these uncertainties.
  • Globalization has taken over from colonization, the world is a mixture, borders are more human than geographic. If the “gentes” are all over, what is the meaning of “ad extra?”
  • Missionaries change as well: What changes will derive from the fact that in a short time the majority of missionaries will be coming from the South of the world?

Fr. Félicien then moved on to describe the characteristics of today’s world: Globalization,

migration, post-modernity and ecology. Even the current crisis of faith questions mission. Global mission is not only ad gentes, but also inter gentes. We are called to move to borders that are not only geographic but human, to move from “planting” the Church to “being” Church.

He also shared the experience of his Congregation with interculturality as a process involving suffering, its financial management, uniting general solidarity and local self-sufficiency, and finally the ad extra understood as a total availability to global mission. Especially at the onset, it shapes up as a going beyond frontiers.

On August 12, through group work and assembly debate, we tried to come up with concrete proposals for a more intense and lasting cooperation among the Institutes. The wish was expressed that cooperation take place locally in the countries where various Institutes are present.

An important part of the discussion centered on how we can be a common and strong “voice” when it is useful to speak out, which channel and methods to use to make it effective.

We have also reflected on how to offer a qualified promotion in view of October 2019.

The superior generals agreed to meet on October 12 to elaborate conclusions on the proposals that emerged from the days of formation.

This, dear brothers and sisters, is the essence of our exchanges and above all the indication of our spirit of fraternity and cooperation we are called to help grow among our missionary families in order to be better able to answer to the needs of today’s proclamation ad gentes.

Nepi, August 13, 2018

The Men’s and Women’s General Administrations of
Consolata Missionaries,
PIME,
Comboni Missionaries,
Xaverian Missionaries


Ecos de los días en Nepi (VT)
de las Direcciones Generales de los Institutos Misioneros nacidos en Italia,
del 5 al 12 de agosto de 2018

Queridos hermanos y hermanas,  

                      Como Direcciones Generales de los ocho Institutos masculinos y femeninos, exclusivamente misioneros de fundación italiana –Consolata, PIME, Javerianos/as y Combonianos/as– nos reunimos del 5 por la tarde al 12 de agosto de 2018 en Nepi, en casa de las Hermanas Misioneras de la Consolata, para rezar y reflexionar juntos sobre la misión ad gentes. Estuvimos presentes 43, entre misioneros y misioneras. Reservamos los primeros cinco días para los Ejercicios Espirituales, dirigidos por Teresina Caffi, misionera javeriana, mientras que los dos últimos días, 11 y 12 de agosto, se dedicaron a la formación y al intercambio sobre el tema "Misión ad gentes – nuestra identidad como misioneros", ayudados para la reflexión por el P. Félicien Ntambwe, CICM, misionero de Scheut, originario de Congo-Kinshasa.

Durante los Ejercicios Espirituales, meditando fragmentos sobre los primeros dieciséis capítulos de los Hechos de los Apóstoles, iniciamos con los primeros pasos de la misión confiada por Jesús a sus apóstoles: "Me seréis testigos" (Hch 1,8), para captar los valores permanentes y reconocer el dinamismo que el Espíritu Santo ha dado a la Iglesia desde el principio.

"El Espíritu de verdad os guiará a toda la verdad" (Jn 16,13) fue la promesa de Jesús. Y los Hechos muestran el entendimiento progresivo por parte de los apóstoles y evangelizadores de la salvación traída y realizada por Jesús. Un don gratuito que el Espíritu está "impaciente" por ofrecer a todos y a cada uno, derribando una serie de barreras, de pasos graduales, de prioridades que la antigua mentalidad todavía albergaba en los anunciadores. "Dios les dio el mismo regalo que nos ha dado a nosotros". (Hechos 11,17), el autor de los Hechos repite implacablemente, en efecto, "creemos que por la gracia del Señor Jesucristo somos salvos, como lo son ellos" (Hechos 15,11), para significar que la gratuidad del don a los gentiles revela a los antiguos seguidores de la Ley que es por pura gracia que ellos también son salvos. En los Hechos, Lucas da repetidamente un modelo de procedimiento para abrirse al Espíritu nuevo: se trata de una elección firme de vivir en la ciudad en la "habitación superior" de la oración (cf. Hch 1,13), de una atención apasionada a la historia y del intercambio franco y fraterno en la comunidad de los creyentes, para llegar a una lectura de los signos. ¿Cómo afrontar las urgencias del Espíritu que germinan hoy en el suelo de la historia?

Los dos días siguientes los dedicamos a un momento de formación permanente. Fue una iniciativa sin precedentes, un tiempo de estudio y de compartir sobre el tema de la misión ad gentes. Tiene lugar en este momento que conduce al Octubre Misionero especial convocado para 2019 por el Papa Francisco "para despertar la conciencia de la misión ad gentes y reanudar con nuevo ímpetu la transformación misionera de la vida y de la pastoral" (Carta del Santo Padre del 22/10/2017).

En la mañana del 11 de agosto, los ocho Institutos presentes han compartido experiencias y reflexiones sobre lo que debería "cualificar el servicio ad gentes: áreas a privilegiar, conversión, formación".

En la elección de las áreas de servicio, las menciones que surgieron con más frecuencia fueron el primer anuncio, la elección de grupos históricamente "alejados" del Evangelio o donde la comunidad cristiana vive los inicios de su historia, contextos de fuerte conflicto y grave injusticia social. La consagración de por vida es esencial, junto con la referencia espiritual cada vez más intensa a Aquel que llama a la misión y el vínculo carismático con respecto al origen de cada Instituto.

La sustancia y el método viajan juntos: hemos compartido el deseo de promover presencias menos estructuradas, con comunidades ágiles y fraternas, de estilo humilde, pobres en medios, pero ricas en relaciones humanas. La sensibilidad de la comunidad y el trabajo en colaboración ministerial y fraterna es también un elemento que encuentra cada vez más espacio y atención.

Otro elemento particularmente actual es el proceso de interculturalidad, tanto dentro de los Institutos como en relación con las diferentes culturas encontradas. El desafío del encuentro con un pueblo, con su historia y su cultura, requiere tiempos prolongados de conocimiento y profundización, y esto a veces pesa por reconciliarse con la condición de temporalidad propia de la opción misionera.

Por la tarde, el P. Félicien Ntambwe desarrolló el tema: "El ad gentes: carisma y misión. Problema, relevancia y futuro". El carisma y la misión, dijo el P. Félicien, son las dos caras de una misma moneda y deben ser mantenidas juntas. Más allá de una definición territorial, ad gentes significa "fuera de nuestra comunidad de fe".

El misionero necesita una formación adecuada y una espiritualidad particularmente sólida, ya que se encuentra fuera del contexto de la fe que le es propia. Asumir más plenamente nuestro carisma ad gentes requiere: el encuentro personal con Jesucristo; el sentido de ser salvados por él y la gratitud; la compasión por el mundo y el desinterés total; el "despojamiento" de la propia vida, que pertenece a Cristo.

A continuación, él señaló los interrogantes que algunos aspectos del pensamiento actual y de la reflexión teológica suscitan sobre el concepto de misión y misionero ad gentes:

  • Si toda la Iglesia es misionera, ¿cuál es el papel de las Congregaciones específicamente ad gentes? Si el diálogo es necesario, ¿en qué se convierte la predicación? Si las religiones contienen elementos salvíficos, ¿cuál es la razón para ir? La incertidumbre sobre estos aspectos ha suscitado cierto descontento, incluso la sospecha de una vocación misionera.
  • La globalización ha sustituido a la colonización, el mundo es mixto, las fronteras son humanas y no geográficas. Si las "gentes" están en todas partes, ¿qué significa "ad extra"?
  • Los misioneros también cambian: el hecho de que la mayoría de los misioneros vendrán pronto de los países del Sur del mundo, ¿qué cambio traerá a la misión?

A continuación, el P. Félicien describió las características del mundo actual: globalización, migración, postmodernidad y ecología; la crisis actual de la fe también interpela a la misión. La misión global no es sólo ad gentes, sino también inter gentes; estamos llamados a movernos hacia fronteras no sólo geográficas sino también humanas, a pasar del "plantar" la Iglesia al "ser" Iglesia.

También ha sido parte de la experiencia de su Congregación al considerar la interculturalidad como un proceso doloroso, una gestión económica que combina la solidaridad general y el compromiso con la autosuficiencia local, y finalmente ad extra entendida como una disponibilidad absoluta para la misión universal; sobre todo al principio también se configura como una salida más allá de las fronteras.

El 12 de agosto, a través de la discusión en grupos y la posterior discusión en la asamblea, tratamos de dar forma a propuestas concretas para una colaboración más intensa y continua entre los Institutos. Se ha expresado el deseo de que esta colaboración se reproduzca locamente en los Países en los que hay varios Institutos.

Una parte importante del debate se centró en cómo ser una "voz" común y fuerte cuando es necesario hacerla escuchar, en los canales de difusión y en cómo hacerla más efectiva.

También se estudió cómo ofrecer una animación cualificada de cara al octubre de 2019.

Los Superiores y Superioras Generales se han dado cita para el 12 de octubre para sacar conclusiones sobre las propuestas hechas al final de los días de formación.

Aquí, queridos hermanos y hermanas, está la esencia de nuestros intercambios y sobre todo la indicación de este espíritu de fraternidad y colaboración que estamos invitados a fomentar entre nuestras familias misioneras, para responder mejor hoy a las exigencias del anuncio ad gentes.

Nepi, 13 de agosto de 2018.

Direcciones Generales de

Misioneros y Misioneras de la Consolata

Misioneros y Misioneras del PIME

Misioneros y Misioneras Combonianos

Misioneros y misioneras Javerianos

 

Direzioni Generali Istituti Missionari Italiani
22 Agosto 2018
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