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Moreni Danilo

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DANILO MORENI 
Gazzaniga (BG), 13 agosto 1950
Livigno (SO), 12 agosto 1969

Di Gazzaniga - BG
Professo Liceista perito tragicamente in montagna
Di anni 29. Numero di Professione 1213
Sepolto al Paese d'origine

    Nacque a Gazzaniga (BG) il 13.VIII.1950 da genitori di profonda e ricca fede cristiana. Ultimate le Elementari in Paese, frequentò le Medie nella Scuola Apostolica Saveriana di Alzano Lombardo, ed il Ginnasio Superiore a Cremona.

    Alla fine del Noviziato a Nizza Monferrato emetteva la Professione come Missionario Saveriano il 15.IX.1967, iniziando lo stesso anno il Corso Liceale nello Studentato Filosofico Saveriano di Tavernerio (CO).

    Nell'estate del 1969, dopo le vacanze in famiglia, parte della Comunità dei filosofi di Tavernerio trascorre un periodo di vacanze in montagna a Livigno (SO).

    La mattina del 12 agosto 1969, Moreni Danilo e Ferrari Francesco partirono per un'escursione sulla Cima di Campo, lasciando detto che sarebbero rientrati in serata. Purtroppo la sera non erano di ritorno...

   Il giorno dopo, verso le 14, l'elicottero della Guardia di Finanza dei soccorritori li avvistò sul nevaio sottostante il Pizzo Paradisino: dagli accertamenti pare convalidato l'ipotesi secondo cui i due studenti sarebbero stati investiti da una scarica di massi mentre si trovavano in una canalina di neve, precipitando assieme per oltre 400 metri.

     I suoi compagni ed i Superiori che lo conobbero lo ricordano per la sua fede matura unita ad un carattere generoso e vivace:

    "... Credeva nel Signore e sul serio e lo stimava per quello che è: grande e buono. E perciò voleva incontrarsi con Lui, in Chiesa e nei Fratelli. Sapeva riflettere su ciò che gli stava attorno e voleva andare a fondo, cercando i veri motivi di una cosa, senza mai tirarsi indietro. Era uno spirito occupato a cercare. Il suo era un carattere sereno, aperto e gioviale. Era un poco il "capo-combriccola", dalle battute scherzose sempre pronte e piene di brio, ma non eccedeva, sapeva riflettere e scherzare senza offendere nessuno. Aveva spiccato il senso del lavoro e della dedizione: si poteva contare su di lui per qualsiasi lavoro... ; e questo impegno pratico era in relazione con il suo ideale: pensava di prepararsi alla vita missionaria così, facendo e imparando di tutto...”.

DG
12 Agosto 1969
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