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Ronzani P. Marco

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P. Marco Ronzani
Sandrigo (VI), 12 Settembre 1908
Kobe (Giappone), 13 Ottobre 1954

    Nato a Sandrigo (VI) il 12.IX.1908 da Giovanni e Pettenon Maria, a 13 anni entrava nella Scuola Apostolica Saveriana di Vicenza. Ultimato il Noviziato a Parma, emise la Professione religiosa il 29.VIII.1926 nelle mani di Mons. Conforti. Venne ordinato Sacerdote a Parma nella Chiesa di S. Vitale da Mons. Luigi Calza, Vescovo di Cheng-chow (Cina), in Italia per la visita "ad limina" e per il II° Capitolo Generale, il 20.II.1932, assieme ai Confratelli Cattenati, Zotti, Pozzato, Monchelato, Galli, Gitti, Basso, Barsotti, Aliprandi.

    A poco meno di 24 anni partiva missionario per la Cina, destinato al Vicariato Apostolico di Loyang (Honan occidentale).

   "... Gli fu affidato come primo campo di lavoro il Distretto di Jenche: formò cristiani dalla fede viva e profonda, e questo è il più bel elogio per un Missionario".
All'inizio della guerra cino-giapponese, fu nominato Rettore del Seminario di Loyang; ma la sua opera fu interrotta dalla prigionia. Alla fine della guerra egli è a Pechino, Maestro dei Novizi Saveriani cinesi: ma i comunisti erano alle porte ed i tre sacerdoti cinesi non potevano rimanere...

    P. Ronzani si trasferì con essi in Giappone, ove si aprì in quegli anni una nuova Missione Saveriana, nella Diocesi di Osaka: era il dicembre 1949.

   L'unica parentesi nel suo lavoro missionario fu il viaggio in Italia nel 1951, quando venne al Capitolo Generale come Delegato dei Saveriani del Giappone. Si fermò in Italia solo alcuni mesi e, benché malandato in salute, volle ritornare in Missione. Forse allora egli domandò troppo al suo fisico, scosso dalle privazioni e dai travagli di questi burrascosi ultimi anni. Morì a Kobe il 13.X.1954.

    "... la perdita è stata grave oltre misura - ci scrive il P. Perlini dal Giappone - Generale fu il compianto ed il riconoscimento della sua bontà sacerdotale".

    "Pochi anni di vita missionaria in Giappone gli bastarono per accattivarsi la simpatia, il rispetto e l'amore di quanti lo hanno avvicinato sia sacerdoti che fedeli. La bontà di cuore, la semplicità e la comprensione erano le sue caratteristiche..." (da Fede e Civiltà, LII (1954), 247).

DG
13 Ottobre 1954
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