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Zonta Fr. Luigi

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FR. LUIGI ZONTA
Fellette di Romano d'Ezzelino (VI), 8 luglio 1902
Parma, 30 ottobre 1972

di Fellette - VI
Missionario in Sierra Leone e Animatore di Fratelli Coadiutori
Di anni 70. Numero di Professione 202
Sepolto a Parma

    Nacque a Fellette di Romano d'Ezzelino, nei pressi di Bassano del Grappa, l'8.VII.1902. xxxLa sua vocazione missionaria nasce grazie all'ambiente familiare (la sua era una famiglia patriarcale, di 35 membri, tra fratelli, nonni, zii e cugini; tra essi ci saranno 4 sacerdoti - 3 missionari fratelli - 4 suore) e grazie all'infanzia piena di ricordi edificanti: la Messa mattutina con la madre - il Rosario serale con tutta la famiglia - i poveri che venivano ospitati e soccorsi - gli affittuari cui veniva rimesso il pagamento del fitto nelle stagioni cattive - il grosso recipiente della polenta e la caraffa del vino sempre pronti per i bisognosi... Le sofferenze connesse con la grande guerra ed un grave "crack" economico familiare resero gli anni giova-nili di Luigi ancora più duri.

   Nel 1928 sostituì il fratello Giuseppe come autista di Mons. Luigi Fritz, propa-gandista per l'Italia delle Pontificie Opere Missionarie; durante quelli anni Luigi imparò a conoscere le Missioni e maturò la vocazione. Nel frattempo il padre emigrò con la famiglia in Friuli.
Il 19.III.1932, a 30 anni, entrava nell'Istituto Saveriano di Parma e l'8.XII.1933 emetteva la Professione come Missionario Coadiutore.

   Per 23 anni egli sarà capace di fare tutto, prestandosi per i lavori più umili e più pesanti. Accanto ad incomprensioni derivate dalla non facile collaborazione con i Confratelli, Fr. Luigi avverte in questi anni la dura situazione dei Fratelli Coadiutori e sua in particolare; scriverà più tardi:

    "Quelli furono anni tristi per i Fratelli, anni eroici, spesso anni sprecati. Sull'esempio di S. Paolo, per restare nella fede mi sono fatto stolto, per amore di Cristo e della Vocazione".

    In tali circostanze inoltre egli matura una linea che seguirà per tutta la vita: fare tutto il possibile, con le parole e con gli scritti affinché nella Famiglia Saveriana si rispettassero maggiormente i Fratelli Coadiutori curando la loro formazione e specializzazione alcuni verso mestieri indispensabili poi nell'attività missio-naria diretta. Egli stenderà alcuni pro-memoria in merito: scritti che porteranno i vari Capitoli Generali della Congregazione a dare disposizioni sul ruolo e sulla figura dei Fratelli.

    A 53 anni - egli è il Saveriano più anziano ad essere partito per le Missioni per la prima volta - partiva per la Sierra Leone dove darà un prezioso aiuto nelle costruzioni materiali, disseminando lungo ogni attività innumerevoli "Ave Maria".

    Scriverà:

   "In Missione il Fratello diventa qualche cosa di importante... Qui solo ha modo di mostrarsi per quello che vale e la sua presenza è, talvolta, altrettanto utile che quella del Sacerdote... In Sierra Leone con il mio sudore ho lasciato anche le mie opere buone e cattive ho seminato un po' dappertutto tante "Ave Marie", e spero che, almeno queste portino qualche bene".

  Rientrato, dopo 5 anni, in Italia per l'aggravarsi di diversi disturbi fisici, sopportò per oltre 10 anni la sofferenza della malattia. Morì all'Ospedale di Parma il 30.X.1972.

   Egli lasciò scritte ben 3300 pagine di quaderno con appunti sui Confratelli da lui conosciuti e stimati e con note personali sulla vita religiosa e missionaria.

DG
30 Ottobre 1972
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