Il quarto centenario della fondazione di Propaganda Fide
Quattrocento anni fa, il 6 gennaio 1622, Papa Gregorio XV fondò la Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede (o Propaganda Fide), uno dei principali dicasteri della curia romana con il compito di sostenere l’attività missionaria in tutto il mondo; in altre parole, si trattava di coordinare tutte le iniziative che si intraprendevano nei vari continenti per annunciare il vangelo e strutturare la presenza della Chiesa per mezzo di nuove missioni e diocesi, che avevano allora la forma delle prefetture e vicariati apostolici. Oggi, dopo le recenti riforme di Papa Francesco, porta il nome di Dicastero per l’Evangelizzazione.
Dal punto di vista della storia della Chiesa, e in particolare delle missioni, l’istituzione della Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede, meglio nota come “de Propaganda Fide” o semplicemente come “Propaganda”, fu un evento di grande importanza.
Ufficio centrale della Curia romana sin dal 1622, alla Congregazione venne affidata la responsabilità di dirigere le attività missionarie in tutto il mondo.
Dopo il concilio di Trento (1545-1563) emerse la necessità di una nuova istituzione a Roma quale strumento nelle mani del Papa per promuovere la riforma interna della Chiesa nei Paesi europei, alcuni dei quali erano passati al protestantesimo, e per riconquistare i territori persi ovunque ciò fosse possibile. Essa, inoltre, doveva contribuire a favorire rapporti stretti con la Chiesa ortodossa. In aggiunta a tutto ciò, avrebbe avuto la responsabilità della diffusione della fede cattolica in America, Asia e Africa.
C’erano però ancora altri fattori che rendevano necessaria una Congregazione missionaria nella Curia romana. All’istituzione dell’ufficio centrale contribuì anche la stessa situazione ecclesiastica e politica dell’inizio del XVII secolo. In particolare, a richiedere un’attenzione urgente era l’amministrazione delle missioni sulla base del sistema di patronato. Tale pratica andava abolita e sostituita con un altro sistema, capace di assicurare meglio la promozione delle attività di evangelizzazione e consentire ai missionari di conquistare i cuori e le menti delle popolazioni locali.
La riforma era inoltre urgentemente necessaria per creare un’azione più unita e concertata. Il numero crescente di missionari provenienti da diversi istituti religiosi e di clero secolare impegnati nella diffusione della fede esigeva un tale approccio unificato.
Il breve pontificato di Gregorio XV (1621-1623) fu molto importante per la rinascita cattolica. Primo Papa di formazione gesuita, egli cercò non solo di proseguire il rinnovamento interno della Chiesa, ma anche di recuperare il terreno che essa aveva perso. Nel 1622 istituì la Sacra Congregazione per la Propagazione, al fine di offrire alla Chiesa un’autorità centrale suprema che coprisse l’intero campo missionario. Il concetto alla base dell’ufficio era che il Papa, come pastore universale di anime, aveva la responsabilità assoluta di diffondere la fede. La Congregazione doveva dunque coordinare e guidare l’attività missionaria della Chiesa, fino ad allora controllata dai sovrani cattolici di Spagna e Portogallo. L’istituzione di Propaganda fu pertanto un atto che avrebbe garantito al pontificato di Gregorio XV un posto duraturo nella storia e dato inizio a una nuova epoca nella storia delle missioni del tempo moderno.
Papa Ludovisi creò la nuova Congregazione il 6 gennaio 1622. La scelta della solennità dell’Epifania, antica memoria della chiamata dei pagani nel regno di Cristo e ai suoi insegnamenti, è indicativa di quello che era considerato il principale compito della Congregazione. Al tempo stesso fa riferimento al mandato missionario di Cristo (Matteo 28, 18-20) e alla responsabilità pastorale del Papa verso tutti i popoli.
La costituzione apostolica Inscrutabili divinae del 22 giugno 1622, in primo luogo rivendicava appieno il dovere e il diritto del Pontefice di diffondere la fede quale principale compito del ruolo papale di pastore di anime.
Colpisce l’accento posto sull’elemento pastorale. Si fa ripetutamente riferimento ai doveri pastorali del Papa, uno dei quali è di guidare quanti stanno al di fuori perché entrino nell’ovile di Cristo. Tra coloro che stanno fuori sono annoverati i cristiani separati da scisma o eresia, come pure gli infedeli. Così come Cristo aveva fatto tutto per la salvezza degli uomini, anche il Papa doveva fare tutto quanto era in suo potere per condurre gli uomini alla Chiesa.
Pertanto, l’intero sistema missionario doveva essere subordinato all’autorità centrale romana. Da essa tutti i missionari dovevano dipendere nella maniera più diretta possibile ed essere inviati in missione. I metodi dovevano essere regolamentati, e l’ufficio doveva assegnare i campi di missione.
La seconda parte della costituzione faceva riferimento alla solenne erezione canonica della nuova Congregazione. Veniva poi indicato a grandi linee l’ordine delle attività. Il Papa erigeva la Congregazione costituita da 13 cardinali, due prelati e un segretario, ai quali affidava e raccomandava gli affari della propagazione della fede.
Gregorio XV prese le necessarie precauzioni nel porre questa realtà su solide fondamenta, concedendo più favori e privilegi. Sotto il dicastero, il lavoro missionario ricevette nuovo impeto. Le competenze erano molto vaste, abbracciando tutte le questioni collegate all’attività missionaria.
La centralizzazione di quest’ultima sotto un unico dicastero aveva molti vantaggi, specialmente perché assicurava un miglior coordinamento del lavoro. L’assistenza spirituale e materiale poteva essere svolta in modo armonico, tenendo in debito conto la situazione globale dei bisogni dei territori di missione.
Il successore di Gregorio, Urbano VIII (1623-1644), diede un forte appoggio al progresso delle missioni attraverso l’istituzione di una tipografia poliglotta (1626). Inoltre, fondò il Collegio Urbano a Roma (1627) per formare missionari e inviarli in particolare nel lontano Oriente.
Il ravennate monsignor Francesco Ingoli (1578-1649) fu nominato primo segretario e gli fu affidato l’immenso compito di creare le basi per il suo effettivo funzionamento. Con grande zelo, per 27 anni egli guidò le attività di questa giovane Congregazione attraverso varie iniziative.
Il palazzo che oggi ospita gli uffici della Congregazione non ha una singola struttura unificata, e questo perché composta da vari edifici realizzati in tempi diversi e da architetti differenti. Il nucleo centrale è costituito dal palazzo fatto costruire nel XVI secolo dal cardinale Ferratini a piazza di Spagna, che allora era chiamata piazza Trinità dei Monti. Monsignor Juan Bautista Vives (1545-1632) di Valencia, in Spagna, acquistò il palazzo dagli eredi del cardinale nel 1613 e dopo diverse cause giudiziarie, ne prese possesso nel 1625, donandolo alla Congregazione. In seguito, gli sarebbero state affidate la fondazione e la direzione del Collegio Urbano nel 1626. Poi, nel 1633, anche il quartier generale della Sacra Congregazione fu stabilito nella sua sede attuale.
Tra il 1639 e il 1646 l’ala est del palazzo fu costruita dall’architetto Gaspare de Vecchi. Contemporaneamente, vi fu l’importante lavoro di consolidamento di Palazzo Ferratini. A dare all’edificio la sua attuale nuova facciata fu Gian Lorenzo Bernini nel 1644.
Durante il pontificato di Innocenzo x, Francesco Borromini, nominato architetto della Congregazione nel 1646, progettò e costruì il nuovo Collegio Urbano con la sua monumentale facciata in via di Propaganda, e anche la nuova cappella che sostituì l’oratorio del Bernini. Per diverse ragioni, i lavori si protrassero per una ventina d’anni e furono completati nel 1665, durante il pontificato di Alessandro vii.
La Sacra Congregazione “de Propaganda Fide” fu mutata in Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli o “de Propaganda Fide” con la costituzione apostolica Regimini ecclesiae universae del 1967 e poi semplicemente in Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli con la costituzione apostolica Pastor bonus del 1988. Con la riforma introdotta dalla costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 2022 ora si chiama Dicastero per l’evangelizzazione, sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari.
di Camillus Johnpillai
Capo ufficio del Dicastero per l’evangelizzazione
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