«... Gli attori maggiori delle persecuzioni (contro i cristiani) nei due decenni scorsi sono il fondamentalismo islamico e l’islamismo statuale, il radicalismo religioso di tipo nazionalista, l’assenza delle autorità dello stato con la criminalità diffusa e organizzata, la tradizione antireligiosa dell’ideologia comunista e populista. È in atto uno spostamento geografico dall’Asia all’Africa sub-sahariana e una ripresa delle violenze anti-cristiane in America Latina. La pandemia e la crescente legislazione anti-blasfema (oltre 80 stati) sono stati vettori attivi nell’oppressione. ... ».
Sulla crescente spinta delle persecuzioni contro i cristiani tornano alcuni rapporti usciti in queste ultime settimane. L’agenzia Fides ha ricordato i missionari uccisi nell’anno. La fondazione pontificia «Aiuto alla Chiesa che soffre» (ACS) titola il suo rapporto biennale (2020 – 2022) con Perseguitati più che mai (in altre lingue il titolo è diverso e non meno espressivo Perseguitati e dimenticati). Open Doors (OD) pubblica il suo 30° rapporto annuale.
Tutti, in consonanza con altri centri di ricerca istituzionali o governativi (come il Pew Research Center), convergono con la constatazione della crescita delle persecuzioni, di cui i cristiani sono le vittime più numerose.
Sono 360 milioni i cristiani perseguitati e discriminati. Uno su sette a livello generale, ma in Africa sono uno su cinque, due su cinque in Asia, uno su quindici in America Latina. Gli uccisi sono 5.621 per il 2022, i fedeli imprigionati sono 4.542, le chiese distrutte 2.110, i rapiti e sequestrati sono 5.259 (OD). La curva di crescita dal 2014 è salita del 22% e riguarda oltre 70 stati.
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