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Padre Carlo continua a camminare con noi...

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... testimoniando tenerezza e fiducia nell’altro

Una speciale testimonianza sinodale

"S'è preparato all’abbraccio del Padre come sua ultima beatitudine” − così suor Dorina ha condensato la nascita al cielo di Padre Carlo Uccelli, avvenuta domenica 5 dicembre nel primo pomeriggio. E, oltre che a Parma dove i funerali sono stati una celebrazione di resurrezione (come ci ha testimoniato suor Adriana), l’abbiamo ricordato con forte commozione a Modica nella chiesa di San Francesco Saverio, alla Badia sede della comunità missionaria intercongregazionale.

Uno dei suoi pensieri era il sinodo, aveva tante idee per il sinodo! L’altro suo pensiero era il suo ultimo servizio, a Modica nella comunità missionaria e nella cura dei migranti. Così padre Carlo, nella comunione dei santi, farà parte del nostro cammino anzitutto per la sua capacità di essere sinodale, di camminare insieme e di aiutare a camminare insieme per essere Chiesa della vicinanza, attenta ai più deboli. E questo una vita tutta donata al Signore e radicata nella Parola come fuoco che riscalda e illumina. “Uomo della Parola − ha sottolineato nell’omelia don Angelo Giurdanella commentando le letture del giorno − come Gesù saliva e scendeva dal monte: saliva per guardare meglio e scendeva per immedesimarsi e coinvolgersi nelle angosce e speranze dell’umanità, perché il Vangelo potesse raggiungere veramente tutti.

Lo ha portato a tutti il Vangelo come missionario saveriano nei suoi servizi in Congo, a Piombino in una comunità attorno alle cose essenziali della fede, a Modica nella comunità missionaria, nei servizi ai migranti, nella rettoria di S. Agostino. Soprattutto si è lasciato portare dal Vangelo e così la sua testimonianza ha avuto il sapore della profezia”. “Una testimonianza e una profezia − ha continuato don Angelo − che rompe con la stanchezza che spesso ci caratterizza e che rincuora, che ci sprona ad osare. Ascoltando chi non ha voce e dando voce ai piccoli. Ci aiuta non solo a vivere ma anche a capire per chi viviamo.

Con limpidezza, solarità, amabilità, discrezione, integrità, amore indiviso, aperto a ciò che di nuovo c’è nella Chiesa, come la comunità di Piombino affidata a una consacrata laica”. Atteggiamenti sinodali, potremmo dire, con un’eco in una preghiera dei fedeli vissuta in modo sinodale: ricordandone la tenerezza e la fiducia nell’altro, che permetteva di trarre potenzialità nascoste ma anche il suo Congo, i migranti, l’accoglienza di una famiglia siriana attraverso i corridoi umanitari. La presenza di molti, a iniziare dalla sua comunità missionaria e di alcuni presbiteri oltre don Angelo, di migranti, di tante persone impegnate nella solidarietà ha espresso una forte gratitudine e l’impegno a continuare quanto padre Carlo ha seminato.

Continueremo ad avvertire la sua voce affettuosa e mite e la sua operosità concreta come una presenza sinodale, che unisce, unisce nel costruire speranza, unisce terra e cielo avendoci testimoniato anche una serenità nel passare da questo mondo al Padre unita al desiderio di continuare a fare del bene, tutto affidando a Dio.


M.A.
23 Diciembre 2021
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