FR. PIERO COCCO
Valdagno (VI), 20 settembre1902
Parma, 9 giugno 1974
Di Valdagno - VI
Missionario attraverso la propaganda, la tipografia e la portineria
Di anni 71. Numero di Professione 132
Sepolto a Parma
Nato a Valdagno (VI) il 20.IX.1902, a tredici anni era già apprendista tessile nel Lanificio Marzotto per divenire l'anno successivo operaio tessitore: continuò in questa attività fino all'ingresso all'Istituto.
Gli anni della sua giovinezza sono caratterizzati da una intensa e vivace propaganda missionaria. Inserito pienamente nel Circolo Giovanile Cattolico "San Clemente", diventa attivista missionario, propagandando tutte le opere missionarie e partecipando a Convegni e manifestazioni missionarie.
Da militare conobbe il Seminarista Bertogalli che già gli parlava di una sua entrata nell'Istituto delle Missioni Estere di Parma. Ma il giovane zelatore missionario non era ancora deciso: nel frattempo andava pensando a trovare pure una buona fidanzata, sia pure con l'intenzione di sposarsi molto tardi... verso i trent'anni, com'egli stesso scriverà in seguito.
Un incontro con il Padre Pietro Uccelli a Vicenza fu la scintilla che fece nascere la decisione di consacrarsi alle Missioni anche attraverso l'azione indiretta di coadiuvare i Sacerdoti Missionari.
Accolto a Parma dal Fondatore il 26.VI.1928 ed ultimati l'anno di probandato e di noviziato, emise la Professione religiosa il 1.I.1930 nelle mani del Padre Popoli.
Fu subito addetto all'Ufficio Stampe e conservò questo compito fino al marzo del 1932 quando, dato che sapeva guidare la macchina, gli fu chiesto di accompagnare il P. Calligaro nei giri di propaganda missionaria che stava facendo nelle diverse Diocesi e Parrocchie d'Italia.
Per ragioni di salute non poté continuare in quell'attività e fu chiamato a Parma per le stampe, poi a Roma per la spedizione di "Crociata Missionaria".
Dal 1938 al 1946, prima a Parma poi a Cremona, si dedicò al pesante lavoro della raccolta del grano, del riso, delle castagne e del vino nelle varie Parrocchie: sono gli anni nei quali egli, superando il primo imbarazzo iniziale, seppe con disinvoltura e serenità vivere il suo ideale missionario nelle retrovie.
Nel 1946 fu richiamato a Parma come incaricato della tipografia: preciso ed esigente nel lavoro, sapeva trovare la gioia e la soddisfazione nel fare bene ciò che faceva. Quando l'attività editoriale non fu più condotta in proprio nell'Istituto, egli passò a Piacenza come portinaio ed aiutante dell'Economo. Qui esplicò accoglienza fraterna per i poveri che cercavano aiuto dai Missionari di Santa Chiara: "lo zio" - così lo chiamavano i giovani del Gruppo Missionario - "aiutava volentieri e parlava a lungo senza impazientirsi...".
Già nell'aprile del 1966 apparvero i primi sintomi della malattia che lo portò alla tomba il 9 giugno 1974.
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