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Frassineti P. Mario

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P. Mario Francesco Frassinetti
Faenza (RA), 2 Settembre 1901
Roma, 17 Aprile 1952

     Nato a Faenza (RA) il 2.IX.1901 da Domenico e Ceroni Giuseppina, entrò tra i Saveriani a Parma il 28.X.1923. Professo il 1.XI.1924, fu ordinato Sacerdote da Mons. Conforti il 7.IV.1928.
     Collaborò alla realizzazione del film "Il Nido degli Aquilotti" (1924); realizzò "Fiamme" (1928), "Africa Nostra" (1931) ed "Il Grande Alveare" (1950); fu Missionario in Cina, nella Diocesi di Loyang, dal settembre 1931 al 1946; morì a Roma, a seguito di un intervento chirurgico il 17.IV.1952.

       Nel mensile saveriano "Fede e Civiltà" (1952) il P. De Martino, sotto il titolo "Portò sullo schermo il mondo missionario" così tratteggia il P. M. Frassinetti:

     "È morto il P. Mario Frassinetti: portò a termine quattro film missionari... stava curando il doppiaggio del film giapponese "Le Campane di Nagasaki" e preparando un nuovo soggetto "La Madre"... La notizia della sua morte provoca uno schianto, … una frana nel nostro cuore e nel nostro lavoro.

    Venne nell'Istituto Saveriano dall'Università di Bologna dove studiava legge. Un suo fratello, P. Enrico, l'aveva preceduto; egli venne a Parma a vedere e ci restò: era un bel giovane, solido, elegante, con un eloquio facile ed avvincente... Due attività lo interessarono subito: la cinematografia e la stampa missionaria. Per la cinematografia aveva trovato nell'Istituto Saveriano la prima idea, l'embrione di questa attività che stava concretandosi nel primo film: "Il Nido degli Aquilotti". Egli se ne innamorò e completò il lavoro. Poi ne cominciò un altro e lo condusse a termine, lavorando con entusiasmo: "Fiamme". 

    È un film realizzato con pochi mezzi e senza artisti, precedendo con felice intuito gli insegnamenti della scuola realistica italiana in materia di cinematografia. Con queste esperienze tentò un lavoro più ambizioso "Africa Nostra" che girò in Africa e che ebbe giudizi assai lusinghieri. 

    La seconda attività fu la stampa. Al periodico "Fede e Civiltà" che diresse per parecchi anni diede un'impronta seria ed elegante. Dotato di indole oratoria, nelle conferenze e nelle prediche trascinava il pubblico dove voleva: avvinceva e convinceva... Durante il tempo che fu in Cina si trovò in situazioni socio-politiche difficili e tragiche...; per evitare che l'Ospedale della Missione fosse confiscato e quindi distrutto dal Governo (perche appartenente a sudditi dell'Italia, in guerra contro la Cina), d'intesa con i Confratelli, trovò lo stratagemma nel giro di pochi giorni di passarlo in proprietà ad un generale d'armata suo amico. Il Governo, aggirato, desistette... 

      Quando l'esercito giapponese avanzò e occupò tutto il territorio della Missione, P. M. Frassinetti, cercato dai giapponesi, dovette ritirarsi a Ciung-king...; terminata la guerra fu invitato in America, dal Governo degli U.S.A. come esperto organizzatore di aiuti in favore della Cina. Vi rimase poco... Nel 1946 rientrò in Italia per cure e, sottoposto all'operazione per ulcera, si riebbe in modo sorprendente. 

       Ancora convalescente ritornò ad occuparsi di cinematografia e realizzò "Il Grande Alveare" che fu accettato con favore dal pubblico e che egli invece chiamava "... un tentativo". Il messaggio più bello ci viene dal suo carattere: gioiva come un bambino man mano che scopriva i segreti di Dio ed i misteri della Grazia; gli parevano sue scoperte e nelle confidenze fraterne ne parlava con calore, da commuovere a sentirlo...".

DG
17 Aprile 1952
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