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Frattin P. Emilio

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P. EMILIO FRATTIN
Salvarosa di Castelfranco Veneto (TV),
27 settembre 1903
Parma, 16 dicembre 1969

Di Castelfranco Veneto - TV
Missionario in Cina per 20 anni; formatore di Missionari
Di anni 66. Numero di Professione 50
Sepolto al Paese d'origine

    Nacque a Salvarosa di Castelfranco Veneto (TV) il 27.IX.1903, in una famiglia di contadini, ricca solo di fede e di spirito di sacrificio. Avvertendo la chiamata alla vita missionaria dovette lottare non poco con i famigliari per poter partire: assieme al compaesano e futuro Confratello Pio Pozzobon ricorsero persino al Parroco che, per sostenerli, minacciò severi interventi di Dio se i ragazzi non fossero stati lasciati liberi di seguire la loro vocazione... Dopo un mese il babbo di Pozzobon moriva… si decise subito di lasciarli partire. I due ragazzi furono tra i primi Apostolini della nuova Scuola Apostolica che Mons. Conforti aveva aperto a Vicenza (24.X.1919).

    Da Vicenza venne a Parma per completare il Ginnasio e quindi entrare in Noviziato. Emessa la Professione Religiosa il 31.X.1922 e completati gli Studi Liceali e Teologici, fu ordinato Sacerdote il 7.IV.1928 da Mons. Conforti nella Cattedrale di Parma.

    A 27 anni partiva Missionario per la Cina, nel marzo 1929, assieme al P. Andrea Galvan, imbarcandosi sulla nave "Romolo".

    Nel Vicariato Apostolico di Cheng-chow ebbe vari incarichi in diversi Distretti Missionari, ma per lo più egli svolse la sua attività nella zona montagnosa. Lavorò a Zuchow con il P. G. Tonetto, a Ju-chow con il P. G. Castelli.

    Aveva grande stima ed ammirazione per il Vescovo Mons. L. Calza e per il Superiore P. Amatore Dagnino, che egli riteneva un sant'uomo di Dio. La guerra in atto con i Giapponesi dal 1937 gli procurò difficoltà e preoccupazioni.

    Venne anche per lui la prova dolorosa del campo di concentramento: nel giugno 1942 egli dovette lasciare Ju-chow e raggiungere gli altri Confratelli nel campo di Nei-hsiang. Data l'estrema povertà dell'alloggio e del trattamento a mensa, egli dovette soffrire molto, forse più degli altri, quella prigionia.

    Lasciato il concentramento, fu prima in qualche Distretto periferico, e quindi tornò a Ju-chow. Qui ebbe molto a soffrire in seguito per l'invasione comunista: due volte venne imprigionato; gli fu negato il permesso di visitare liberamente le cristianità. Anche la salute venne meno.

    Dovette rassegnarsi a fare vela per l'Italia: nel marzo 1948 riabbracciava la mamma, mentre il papà era morto già da dieci anni.
Visse la maggior parte degli anni dopo il ritorno dalla Cina, nelle Case Saveriane di Massa della Lucania e Salerno come Rettore.

    Negli ultimi anni di vita si prestò come Confessore nel Noviziato, sempre in sordina, fedele al suo proposito:

   “Farò di tutto per non essere di peso... Spero di essere ugualmente utile nel fare un po' di bene con le preghiere ed i Rosari...".

    Morì a Parma nella Casa di Cura "Piccole Figlie", il 16.XII.1969.

DG
16 Dicembre 1969
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