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Museo d'Arte Cinese ed Etnografico

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Un Viaggio nell'Armonia dell'Arte nelle Culture

Una storia secolare

Il Museo d'Arte Cinese ed Etnografico di Parma ebbe inizio nel 1901. Ecco le date più importanti.

1895
Mons. Guido M. Conforti, allora semplice Pro-vicario generale della diocesi di Parma, fonda l'Istituto Saveriano, il cui nome ufficiale è "Seminario Emiliano per le Missioni Estere". La prima sede viene collocata in una casetta di Borgo Leon d'Oro. In seguito, l'opera prenderà il nome definitivo: Istituto Saveriano per le Missioni Estere, nome ispirato alla grande figura di S. Francesco Saverio.

1898
Nel primo Regolamento per i suoi allievi, futuri missionari, scrive che essi "giungendo e soggiornando in territorio di missione inviassero alla Casa Madre elementi culturali, d'etnologia e d'arte". Si tratta del primo accenno alla fondazione di un museo. Ancora nessun Saveriano era partito per le missioni.

1900
L'idea del museo cominciò a concretizzarsi in seguito alla donazione, fatta al Conforti dal conte sen. Fedele Lampertico, di pezzi cinesi che provenivano dall'Esposizione universale di Torino (1898).

Qui, per iniziativa dell'Associazione Nazionale per i missionari cattolici italiani all'estero, di cui il Lampertico era presidente, era stato allestito un salone con materiali provenienti dalle missioni di Cina, Giappone e India.

Conforti aveva rivolto un appello per ottenere un aiuto per la costruzione di una nuova casa per il suo Istituto Missionario, in Campo Marte, appena fuori di Parma (l'attuale Casa Madre dei Saveriani, in Viale S. Martino 8, sede anche del Museo). Il sen. Lampertico raccolse l'invito e inviò due casse di oggetti cinesi. 

Conforti ne usò solo una parte per una pesca di beneficenza a favore dell'istituto e riservò il resto per adornare la futura casa, primizia del suo vagheggiato museo.

1901
Inaugurazione della nuova casa. Nel mese di dicembre, rientra dalla Cina Odoardo Manini, per la sopravvenuta morte del suo compagno p. Caio Rastelli. Erano i primi due allievi di mons. Conforti, partiti per la Cina appena due anni prima. 

Mons. Conforti lo aveva pregato di portare quanti più oggetti poteva. Effettivamente egli portò con sé parecchio materiale e questo cospicuo apporto determinò mons. Conforti a dare inizio a una esposizione permanente in una sala del primo piano del nuovo fabbricato. La raccolta cambiò nome e da Museo Etnologico fu chiamata Museo Etnografico Cinese.

Questa viene considerata la data di inizio del museo. Seguì un periodo di stasi per la mancanza di arrivi di missionari dalla Cina.

1911 - 1936
Nel marzo 1911, rientrò in Italia il p. Giovanni Bonardi. Con lui, il museo si arricchì di tanto materiale: bronzi, porcellane, dipinti, monete eccetera. Con il nuovo materiale si ampliò lo spazio dedicato all'esposizione e questa sistemazione data dal fondatore e da p. Bonardi durò fino al 1936 e rimase sotto la competente responsabilità dello stesso p. Bonardi.

Per quel che riguarda la Cina che, del resto, costituiva l'unica missione dei Saveriani, l'invio di oggetti fu costante, in coincidenza con il rientro dei singoli missionari in Italia, fino al 1948, quando i cambiamenti politici in quella nazione portarono all'espulsione di tutti i missionari.

1936 - 1957
Nell'estate del 1936, per bisogno di locali al primo piano, il museo fu portato al pianterreno in una grande sala detta del Redentore. In quella sala le collezioni restarono fino al 1941, anno in cui la guerra obbligò a mettere al sicuro ogni cosa. Il museo fu così sfollato in una villa a Basilicanova, e presso la famiglia del p. Mainini a Praticello di Gattatico (RE) donde, a guerra finita, ritornò a Parma e fu di nuovo allestito nel 1950 nel solito locale.

1957 - 1959
Grandiosi lavori di ampliamento dell'istituto fecero pensare a una sistemazione definitiva del museo e ciò fu fatto raccogliendo i pezzi di importanza storico-artistica in una grande sala e costituì il Museo d'Arte Cinese, mentre tutto il materiale etnografico, cui fu aggiunto il materiale proveniente dalle altre missioni aperte nel frattempo, fu raccolto in una seconda ampia sala posta sotto la nuova cappella e prese il nome di Museo Etnografico.

1959 - 1965
Il museo ricevette un decisivo e qualificato impulso sotto la direzione del p. Giuseppe Toscano e con un ritmo eccezionale dal 1963 al 1965; biennio nel quale entrarono a impreziosire il museo oltre cento pezzi, senza dei quali non era ancora dignitoso tentare un catalogo.

L'impresa riuscì di fatto al p. Toscano, che diede alle stampe la prima edizione del suo ponderoso catalogo "Museo d'Arte Cinese di Parma" (1965).

1977
Il museo subì un furto piuttosto grave nella notte del 6 luglio. "I ladri sono entrati forando una finestra e portando via diversi sacchi di oggetti tra cui molti avori, bronzi ecc... In tutto circa 90 pezzi" (da "Cronaca della Casa Madre"). Gli anni che seguono non registrano avvenimenti particolari.

1998 - 2010
Causa nuovi interventi per l'abitabilità della Casa Madre, i locali del museo subiscono un ulteriore aggiustamento. Tutto il museo viene concentrato nel grande salone del seminterrato.

2001
Diviene Direttore del museo p. Emilio Iurman. Viene avviato e portato a termine un lavoro di inventariazione digitale e catalogazione di tutti gli oggetti del museo, compresa la ricca collezione numismatica.

2010
Il 12 ottobre iniziano i lavori di una vasta operazione di ristrutturazione. Si tratta di un intervento quale mai era stato osato. L'area non interessa più solamente il grande salone seminterrato, ma pure le aree adiacenti del pianterreno e primo piano della parte estrema dell'ala est dell'edificio della Casa Madre.

2012
1° dicembre: Inaugurazione del nuovo museo.

P. Emilio Iurman

Saveriani
11 Febbraio 2015
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