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La grande famiglia della casa madre – Parma: “anima e corpo”

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“Accompagnare le persone fragili comporta il percorrere una strada assieme, camminare insieme, crescere insieme… Condividere la fragilità è un’arte che s’impara giorno dopo giorno… La sofferenza e la morte sono la prova più radicale a cui è sottoposta la consistenza dell’uomo. La malattia può essere vissuta come una crisi di senso e scuotere le nostre convinzioni. È un momento di maturazione personale ed ecclesiale… La persona, di fronte ad un’altra non autonoma deve riconoscerne la dignità, le competenze, la capacità di parlare, comunicare, percepire, provare emozioni, contrattare e decidere… L’accompagnatore dovrebbe imparare e fare lo sforzo di entrare nel mondo dell’altro senza interrompere, correggere, completare le frasi, fare domande. Non esistono età prive di capacità né periodi della vita privi di semi da far germogliare, né momenti della vita in cui non sia possibile la crescita”. (José Ángel Aguirre Abaitua sx)

Parto da queste parole per ringraziare chi (Saveriano e non) si dedica anima e corpo per accompagnare i confratelli ammalati nelle nostre comunità Saveriane d’Italia.

Il XVI Capitolo Regionale d’Italia scrive:

“Si consiglia vivamente che i confratelli toccati dalla fragilità, nel senso più ampio del termine, rimangano - finché possibile - nelle comunità donando ai confratelli l’esperienza, la saggezza e l’esempio di una vita vissuta nella fede, nella speranza e soprattutto nella pazienza”.

Tuttavia, solo le comunità di Vicenza e di Parma sono sufficientemente attrezzate per assistere in modo adeguato i confratelli ammalati.

Nel mese di febbraio il Quarto Piano della Casa Madre ha accolto tre confratelli affetti da varie malattie: i padri Mario Diotto sx, da Vicenza, Carlo Pozzobon sx, da Udine e, infine, Giovanni Zampese sx, da Brescia. Questi arrivi sono il frutto di un sufficiente interscambio e discernimento per assicurare ai nostri confratelli un adeguato accompagnamento.

Nel mese di febbraio la nostra comunità è stata ancora una volta toccata dalla morte. Alla veneranda età di 90 anni ci ha lasciato Franco (Francesco) Bertazza sx, che, come si evince dal breve profilo biografico, è stato impegnato in vari campi, soprattutto quello della formazione. Era giunto alla Casa Madre alcuni mesi fa e si era ben ambientato con i confratelli del quarto piano. Ha servito la famiglia Saveriana fino in fondo e ha svolto un apostolato molteplice. Si era preparato all’incontro con il Signore con grande serenità e lucidità. P. Gabriele Ferrari sx, che ha presieduto la celebrazione delle esequie e ha tenuto l’omelia, ci ha fatto scoprire un Saveriano che ha messo le sue molteplici capacità al servizio della missione e della nostra famiglia.

Dopo alcuni mesi di chiusura, finalmente il Quarto Piano riapre le porte ai volontari/e che lo fanno con grande dedizione.  Anche la grande comunità ha preso l’impegno quaresimale di passare del tempo con i nostri confratelli del quarto, così come fanno i confratelli studenti di Teologia. In questo modo si dà la possibilità ai tre confratelli impegnati più direttamente nell’assistenza, di prendere un po’ di riposo. Inoltre, alcuni confratelli del Quarto Piano hanno ottenuto il permesso di partecipare di nuovo alle celebrazioni in Santuario e svolgere il ministero della Riconciliazione.


The great family of the Mother House, Parma – “Body and soul”

Accompanying fragile people entails taking a path together, walking together, growing together… Sharing a fragile condition is an art one learns day by day… Sorrow and death are the most radical trials a man’s solidity must face. Because of the crisis of meaning it generates, sickness may challenge and shake our convictions. Sickness is a moment of personal and ecclesial maturation… When dealing with a person that is not autonomous, one must recognize his/her dignity, competence, and his/her ability to speak, communicate, perceive, feel emotions, negotiate and decide… The carer should learn or make the effort to enter the world of the other, without interrupting, correcting, completing sentences, asking questions. There is no age without abilities, nor life periods without seeds that must sprout, nor moments in life when there is no way to improve.” (José Ángel Aguirre Abaitua s.x.)

Let me start by quoting these words as I thank those who (Xaverian and non Xaverian) are fully dedicated to accompanying our sick confreres in the Xaverian communities of Italy.

The XVI Regional Chapter of Italy writes:

It is highly suggested that confreres affected by any sort of fragility should remain, as long as possible, in the communities where they can share their experience, wisdom and example of a life of faith, hope and, especially, patience.

Nonetheless, only the communities of Vicenza and Parma are sufficiently equipped to assist sick confreres adequately.

In February, the “Fourth Floor” of the Mother House welcomed three confreres affected by various diseases: Fr. Mario Diotto s.x. from Vicenza, Fr. Carlo Pozzobon s.x. from Udine and, lastly, Fr. Giovanni Zampese s.x. from Brescia. These arrivals are the result of sufficient dialogue and discernment so as to ensure an adequate assistance to our confreres.

In February, our community was once again touched by death. At the venerable age of 90, Fr. Franco (Francesco) Bertazza left us. As one can read in his short biographical sketch, he worked in different fields, especially in the field of formation. He had arrived to the Mother House some months ago and got used quite easily with the environment and other confreres in the Fourth Floor. He served the Xaverian family till the very end and carried out different types of ministry. He prepared himself to meet the Lord with great peace and clarity of mind. Fr. Gabriele Ferrari s.x., who presided over the Funeral celebration and gave the homily, helped us discover a Xaverian who put his many skills at the service of the mission and our family.

After some months of closure, the Fourth Floor has eventually reopened its doors to volunteers who offer their service with much dedication. Also the “great community” has taken the Lent commitment to spend time with our confreres in the Fourth Floor, just like our students of theology already do. By doing so, the three confreres directly in charge of assisting the sick are given some time to rest. Moreover, some confreres of the Fourth Floor have received permission to take part again in the celebration at the Shrine and to carry out the ministry of Reconciliation.

Gabriele Cimarelli sx
07 Marzo 2022
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