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Visentini Fr. Liberato

2004/500

Liberato Visentini
Reschigliano di Campodarsego (PD), 21 Agosto1910
Parma, 3 Giugno 1931

    Nato a Reschigliano di Campodarsego (PD) il 21.VIII.1910 da Antonio e Volpato Maria, compì gli studi elementari in paese.

    A 12 anni, nell'ottobre del 1922 entrava nella Scuola Apostolica Saveriana di Vicenza per frequentarvi la I° Ginnasiale.

    L'8.IX.1927, espletato a Parma l'Anno canonico di Noviziato, emetteva la Professione religiosa consacrandosi alla causa missionaria nella Congregazione Saveriana.

    Nell'agosto del 1930, dopo aver ricevuto la Tonsura di Chierico dalle mani del Fondatore, partiva assieme allo Studente Santi-Amantini per la Scuola Apostolica di Vallo della Lucania, destinatovi come Assistente dei ragazzi.
Iniziato l'anno scolastico, a fine ottobre, viene colpito da febbre: si mette a letto ed è trovato affetto da pleurite.

    Il cronista di VITA NOSTRA (1930-31) annota:

    24 dicembre 1930: Visentini che oltre un mese fa fu ammalato di pleurite, ha di nuovo forte febbre; si teme il ritorno del male....

   1 marzo 1931: Visentini visitato da un professore è trovato intaccato dalla pleurite ai polmoni.

   11 marzo: Giunge a Parma da Vallo il Confratello Visentini, da due mesi ammalato.

   23 aprile: Si inizia una Novena speciale alla Madonna di Lourdes per la guarigione di Visentini che da quando è ritornato da Vallo ha sempre peggiorato ed ora è quasi disperato dai medici.

   31 maggio: Padre Rettore ci raccomanda di pregare più fervorosamente per Visentini, il cui stato è ormai umanamente disperato... Alle 17 circa, presente tutta la Comunità, Padre Rettore amministra all'infermo il Viatico e l'Estrema Unzione, dopo aver ricevuto dall'infermo la Professione perpetua in "articulo mortis". S.E. il nostro Fondatore venuto all'Istituto si intrattiene a lungo con l'infermo.

    3 giugno: Verso mezzogiorno una crisi ha assalito il Confratello Visentini e verso le 13,15 ne ha provocato la morte. Questa morte, se da una parte è causa di un grave dolore per tutti, è, anche per il modo con cui è avvenuta una, causa di consolazione. Le parole e le espressioni sante fiorite sul labbro del caro Confratello avevano più del celestiale che del terreno e la dolcezza con cui egli invocava i nomi di Gesù e della Madonna fan quasi pensare che egli ne godesse la presenza sensibile.

DG
03 junho 1931
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